Grecia, cicale e bombardamenti mediatici
Lunedi 13 Luglio 2015 alle 14:14 | 0 commenti
Riceviamo da Adriano Verlato e pubblichiamo
Si è poi formato un sentire particolare. Partiti di destra e di sinistra che giudicano atto di grande democrazia la scelta del ‘ no’ al referendum. Non si sono resi conto, ed è gente molto scafata, che il fatto che l’Europa abbia rifiutato le garanzie insufficienti presentare da Tsipras, è stato, invece, un atto spiegato al Paese come un’irragionevole e inaccettabile diktat della Commissione. E l’orgoglio nazionale ha fatto il resto. Non c’è, da parte di chi scrive , la pretesa di semplificare troppo, ma solo l’ambizione di fare un po’ di chiarezza.
La Grecia, con tutto il suo passato, con l’invenzione del logos ( leggi Cacciari) si è, purtroppo, comportata come un paese levantino. Prima, con i dirigenti dell’epoca, che per entrare in Europa hanno taroccati i bilanci. Nonostante questo non hanno messo mano a riforme che la Commissione chiedeva loro. Hanno introitato prestiti dal Fondo Monetario, dall’Europa e dai singoli Paesi che hanno comperato i loro titoli (Germania. Francia ed Italia ). Hanno, insomma, fatto come la cicala. Quando Tsipras ha vinto le elezioni, promettendo fuoco e fiamme al tavolo delle trattative, ha semplicemente fatto uso della peggiore demagogia. Ha cercato di’ avere’ senza impegnarsi su alcunché di solido. Alla fine è arrivato al logoramento quasi totale della corda, con il referendum il premier greco ha salvato la faccia e si sta preparando a presentare, finalmente, un serio piano di riforme. Credo tutti gli auguriamo ce la faccia. Sono di queste ore i dubbi di alcuni Paesi , con Schauble in testa, sulla serietà degli impegni, ma sembrerebbe che la maggioranza sia orientata a favore. Restiamo con le dita incrociate per un esito pro Grecia.
L’Europa innocente? Non direi proprio. L’idea di base della sua costruzione è stata grande. I benefici è superfluo rammentarli. Basterebbe solo pensare a tutti i decenni di pace in un’area che ha visto tutto il peggio possibile. Lo sviluppo della collaborazione non è sempre stato facile. I Paesi più grossi tendevano a far valere la loro stazza. Tutti, piccoli compresi, erano e sono restii a rinunciare ad un po’ di sovranità . C’è una banca europea - Bce- che dirige il traffico bancario e monetario in modo impeccabile. C’è l’euro che non permette più ai corsari internazionali di aggredire un paese e buttarlo gambe all’aria. Non ultimo, ci sono tutte le Istituzioni comuni che non sono ancora del tutto indipendenti dal peso di alcuni partecipanti. Cosa manca ancora? La politica comune in tanti settori : rapporti esteri, difesa,economia, fiscalità . Stuart Mill diceva che non si può avere unità fra la gente senza il senso della comunità e senza una lingua comune. Questo aiuterebbe senza dubbio, ma penso che anche arrivarci un po’ alla volta sia sufficiente. Personalmente la politica anelastica non mi piace e credo sia una contraddizione in termini. Non approvo quindi le rigidità manifestate da certi rappresentanti del nord Europa versus Grecia, tuttavia cerco anche di mettermi nei loro panni.
Loro fanno quello che devono e altri, invece, fanno, come si diceva sopra, le cicale.
Giusto, quindi, aprire la borsa, ma altrettanto giusto assicurarsi che quanto concesso venga utilizzato correttamente.
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