Gran Moravia di Zanè o Velký Morava di Livotel? E Brazzale spa parla di Made in Italy!
Domenica 23 Ottobre 2011 alle 23:49 | 0 commenti
CSQA, un organismo di certificazione internazionale e accreditato come l'ente di riferimento del Made in Italy, dice no ai prodotti italian sounding come il Gran Moravia, un prodotto della Brazzale S.p.A con sede a Zanè per la "testa" ma a Livotel in Moravia (repubblica ceca) per le relative "fattorie" (una volta e ancora oggi si dice così per il Grana Padano e per l'Asiago, per rimanere in Veneto per prodotti caseari di qualità e tradizione). E allora cosa si fa a Zanè, lato Brazzale s.p.a., per vendere con quel "magico suono"? Si riceve in Germania, si pubblicizza in pompa magna un premio, il (famosissimo?, n.d.r.) primo Premio Aruga Italian Awards 2011 per la migliore innovazione di prodotto, e si associa sul sito aziendale al Gran Morava lo slogan "L'eccellenza del made in Italy".
Già il nome (Italian?, n.d.r.) del premio è tutto un programma e l'innovazione non fa certo rima con tradizione, ma l'Aruga Italian Awards è indetto, guarda caso, dalla Koelmesse Aruga, cioè dagli organizzatori della fiera alimentare di ... Colonia (anche qui niente male) ed è conferito al formaggio anche per "il valore innovativo della filiera ecosostenibile realizzata dai nostri tecnici italiani in Moravia e premiando le fasi di stagionatura e confezionamento che si svolgono (finalmente, alleluia!) in Italia"! Prodotto sicuramente di assoluta qualità il Gran Moravia, l'altra motivazione decisiva per gli esperti della Koelmesse Aruga di Colonia che ha affittato gli spazi espositivi alla Brazzale s.p.a., e sicuramente bravi sono i suoi tecnici italiani così come da premiare sono l'aria e non solo per la stagionatura e gli "imballaggi" per il confezionamento, rigorosamente, loro, made in Italy.
Ma, caro signor Brazzale, imprenditore italo-zanadiense quando vende e promuove il suo Gran Moravia innovativo (neanche fosse un tecnologico Ipad ...), almeno all'altezza dei tecnici e degli imballaggi italiani sono i capi di bestiame, i mandriani che li allevano, i foraggi che mangiano, il latte che producono. E i dipendenti che "lavorano" il Gran Moravia. Tutti rigorosamente residenti a Livotel, in Moravia. E' così che si fanno gli affari, signor Brazzale, lo sappiamo. Ma, visto che poi ci lamentiamo, voi imprenditori in testa ma con i nuovi disoccupati italiani a pagare, della concorrenza di paesi con minor costo del lavoro e di nomi italian sound come Parmesà n, perché non fa una cosa veramente da primo Premio italiano, altro che Awards hollywoodiani? Perché il suo Gran Moravia non lo chiama, in ceco come giusto, Velký Morava? A quel punto basterebbe la giusta pubblicità a farlo apprezzare ed acquistare, se, come dicono gli ... arugani a uno zanadiense come lei, anche la sua qualità è assoluta. O no? In fondo, poi, di aziende agricole e sedi produttive in Veneto, glielo ricordiamo felici, ne ha cinque. Con, pensiamo, tanti lavoratori che dipendono da lei. Almeno per ora e sperando che nel frattempo non diventi discepolo di tal Sergio Marchionne. Lui "Gran capo" innamorato degli Usa, lei della Moravia.
P.S. Sarebbero, feticisticamente, felici del nome Velký Morava anche gli altri marchi che produce in Veneto e pubblicizza sul suo sito, signor Brazzale, cioè Verena, Alpilatte, Burro delle Alpi, Eytc. perchè si sentirebbero più sicuri di essere, loro, veramente frutto di quel Made in Italy che non si può associare al Velký Morava. Se non altro eticamente e mettendo da parte scorciatoie promozionali o legali (dimenticavamo, il signor Brazzale è avvocato).
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