Reddito di inclusione, via libera del Consiglio dei ministri: vero sostegno a famiglie, non assistenzialismo
Mercoledi 30 Agosto 2017 alle 00:17 | 0 commenti
"Via libera definitivo al reddito di inclusione. Un aiuto a famiglie piu' deboli, un impegno di Governo, Parlamento e Alleanza contro la poverta'". Lo scrive su twitter il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, dopo che il Consiglio dei ministri ha dato il via libera definitivo al Dlgs con le misure di contrasto alla poverta'. Il Reddito di inclusione (Rei) sostituisce il Sostegno all'inclusione attiva (Sia), partira' il primo gennaio 2018 e consiste in un assegno mensile di importo variabile dai 190 fino ai 485 euro in caso di famiglie molto numerose per una durata massima di 18 mesi.
Da oggi la lotta alla poverta' e il Reddito di inclusione sono legge dello Stato. Per la prima volta il nostro Paese ha uno strumento permanente di contrasto alla poverta' fondato sul sostegno al reddito e sull'inclusione sociale. Uno strumento che impegna tutte le istituzioni e le comunita' locali a stare a fianco dei piu' deboli'. Ad affermarlo e' Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, commentando l'approvazione definitiva, in Consiglio dei Ministri, del decreto di attuazione del disegno di legge delega sul contrasto alla poverta'. 'Abbiamo rispettato l'impegno - prosegue il Ministro - di rendere operativo l'esercizio della delega prima dei sei mesi previsti, per dare risposta quanto prima ai cittadini in difficolta' con uno strumento che abbiamo costruito attraverso un rapporto di dialogo e di positiva collaborazione con le associazioni rappresentate dall'Alleanza contro la poverta' ed un confronto fattivo con il Parlamento'.
'Il Rei -sottolinea Poletti - rappresenta il pilastro fondamentale del Piano nazionale per la lotta alla poverta' e colma un vuoto annoso nel sistema italiano di protezione degli individui a basso reddito. Il Rei, che potra' essere richiesto a partire dal primo dicembre, e' il segno di un nuovo approccio alle politiche sociali, in quanto si fonda sul principio dell'inclusione attiva, ovvero sull'affiancamento al sussidio economico di misure di accompagnamento capaci di promuovere il reinserimento nella societa' e nel mondo del lavoro di coloro che ne sono esclusi. Insomma, non una misura assistenzialistica, un beneficio economico 'passivo', in quanto al nucleo familiare beneficiario e' richiesto un impegno ad attivarsi, sulla base di un progetto personalizzato condiviso con i servizi territoriali, che accompagni il nucleo verso l'autonomia'
Al Reddito di inclusione, attraverso le risorse del Fondo nazionale per la lotta alla poverta' e all'esclusione sociale e quelle derivanti dalla razionalizzazione degli strumenti esistenti di contrasto alla poverta', sono destinati 1 miliardo e 845 milioni di Euro, incluse le risorse per rafforzare i servizi, a cui si aggiungono anche le risorse a carico del PON Inclusione (complessivamente 1 miliardo fino al 2022) per un totale di oltre 2 miliardi di euro l'anno dal 2019.
'Il decreto approvato oggi - afferma il Ministro - rappresenta anche l'avvio della rete nazionale per l'inclusione e la protezione sociale come infrastruttura stabile per la collaborazione tra le istituzioni e le organizzazioni sociali, con l'obiettivo di analizzare gli elementi di criticita' sociale e di favorire una collaborazione permanente tra tutti questi soggetti, indispensabile per costruire una risposta condivisa ed efficace a bisogni diversi ed in rapida evoluzione'. 'Voglio infine ricordare - conclude Poletti - che Il decreto legislativo prevede alcune rilevanti innovazioni: viene introdotta una importante semplificazione per i cittadini, che dal 1? settembre 2018 accederanno alla dichiarazione Isee precompilata; si migliora la governance delle politiche sociali al fine di ridurre i divari territoriali e favorire l'integrazione tra i servizi; si istituisce il Sistema Informativo Unitario dei Servizi Sociali, per migliorare la programmazione, il monitoraggio e la valutazione delle politiche e rafforzare i controlli'.
La nota del consiglio dei ministri ricorda che il Reddito di inclusione e' articolato in due componenti: un beneficio economico erogato su dodici mensilita', con un importo che andra' da circa 190 euro mensili per una persona sola, fino a quasi 490 euro per un nucleo con 5 o piu' componenti; una componente di servizi alla persona identificata, in esito ad una valutazione del bisogno del nucleo familiare che terra' conto, tra l'altro, della situazione lavorativa e del profilo di occupabilita', dell'educazione, istruzione e formazione, della condizione abitativa e delle reti familiari, di prossimita' e sociali della persona e servira' a dar vita a un "progetto personalizzato" volto al superamento della condizione di poverta'. Il decreto disciplina anche le possibili espansioni del Rei, in termini di graduale incremento del beneficio e dei beneficiari. In presenza di maggiori risorse o di risparmi strutturali, l'estensione della misura potra' essere realizzata mediante l'adozione di un Piano nazionale per la lotta alla poverta' e all'esclusione sociale, da adottarsi con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri
Il decreto istituisce inoltre la Rete della protezione e dell'inclusione sociale, presieduta dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali e composta da rappresentanti dei diversi livelli di governo. Nello specifico del Rei e al fine di agevolarne l'attuazione, conclude la nota, il decreto prevede l'istituzione del Comitato per la lotta alla poverta', quale organismo di confronto permanente tra i diversi livelli di governo e specifica articolazione tecnica della Rete e l'istituzione dell'Osservatorio sulle poverta' quale gruppo di lavoro permanente, con il compito di predisporre un Rapporto biennale sulla poverta', in cui sono formulate analisi e proposte in materia di contrasto alla poverta', di promuovere l'attuazione del Rei.
Il Reddito di inclusione (Rei), precisa la nota diffusa al termine del consiglio dei ministri, viene riconosciuto ai nuclei familiari che rispondano a determinati requisiti relativi alla situazione economica. In particolare, il nucleo familiare del richiedente dovra' avere un valore dell'Isee, in corso di validita', non superiore a 6.000 euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20.000 euro. In prima applicazione sono prioritariamente ammessi al Rei i nuclei con figli minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati ultra cinquantacinquenni. Fermo restando il possesso dei requisiti economici, il Rei e' compatibile con lo svolgimento di un'attivita' lavorativa. Viceversa, non e' compatibile con la contemporanea fruizione, da parte di qualsiasi componente il nucleo familiare, della NASpI o di altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria. Il Reddito di inclusione, spiega ancora la nota, sara' concesso per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e sara' necessario che trascorrano almeno 6 mesi dall'ultima erogazione prima di poterlo richiedere nuovamente. Al Rei si accedera' attraverso una dichiarazione a fini Isee "precompilata".
'Il Reddito d'inclusione rappresenta un passaggio fondamentale nelle politiche sociali del governo. Lavorare per la ripresa economica vuol dire anche non lasciare indietro i nuclei familiari e i soggetti piu' indigenti, aiutandoli con una serie di agevolazioni ad emergere dalle difficolta' e dunque anche nell'inserimento lavorativo. La scelta fatta dal governo e' chiara a tutti: sostegno vero e serio a migliaia di famiglie deboli, non proposte irrealizzabili di solo assistenzialismo che sfasciano la societa' prima ancora dei conti pubblici'. Lo afferma il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, commentando l'approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto legislativo che attua la legge sul contrasto alla poverta' e disciplina il Rei, Reddito d'inclusione.
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