Giuseppe Mattiello: De Marzi, Fantò e Mannino
Martedi 25 Maggio 2010 alle 13:46 | 0 commenti
Riceviamo da Giuseppe (Beppino) Mattiello e pubblichiamo
Senza la presunzione di aver ragione, vorrei interloquire sulla disputa tra Fantò e Mannino originata dall'articolo sul maestro De Marzi.
Forse Fantò esagera nell'attribuire a Mannino intenti provocatori che non gli appartengono, almeno da quando lo leggo.
Certamente non mi entusiasma questa specie di "revisionismo"nei confronti della Lega che va di moda anche in sala Bernarda.
Limitarsi a definire i leghisti "tali perché frutto di una paura" mi sembra un po' riduttivo. Tantomeno nobilizzarli come una "diversità " da analizzare mi sembra eccessivo non fa giustizia alle meditate intemerate di De Marzi nei loro confronti.
E' notorio che in casa leghista chi non si adegua al volere del Capo non può certamente aspirare a traguardi importanti, alla faccia della democrazia.
De Marzi, da coerente uomo di fede, si limita a dileggiare quegli atteggiamenti paganeggianti, per la verità , a mio modo di vedere un po' ridicoli, che, unitamente all'avversione per il "diverso", basta ricordare i Borghezio, i Salvini, i Gentilini, non trovano certamente riscontro nei Vangeli.
Quello che mi fa specie, senza indulgere in anatemi nei confronti dei leghisti, ma preoccupandomi, è il loro "conformismo", probabilmente inconscio ed in buona fede.
E tutti quelli che conoscono le origini dei totalitarismi sanno che tale atteggiamento è sempre stato l' ingrediente vincente dei dittatori.
Cordialmente.
Giuseppe (Beppino) Mattiello (Vicenza)
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