Giovani e lavoro: Rossi Doria propone costituente della cultura
Mercoledi 2 Maggio 2012 alle 11:50 | 0 commenti
Marco Rossi Doria, sottosegretario all'Istruzione - creare una "Costituente della Cultura" per superare la crisi occupazionale dei giovani.
Il sottosegretario all'Istruzione, intervistato da Universita.it, parla del difficile rapporto tra i giovani e il loro futuro lavorativo e lancia la "Costituente della cultura". Creare una "Costituente della cultura" per superare la crisi occupazionale giovanile.
Questa la provocazione lanciata dal sottosegretario all'Istruzione Marco Rossi Doria, intervistato da Universita.it, il quotidiano on line d'informazione universitaria.
«Prima di tutto dobbiamo cambiare il significato di cultura, molto spesso definito come qualcosa di improduttivo e costoso - afferma Rossi Doria - un atteggiamento che ha impedito l'innovazione e lo sviluppo anche economico del paese. Per questo - spiega il sottosegretario Doria - ho proposto di formare una sorta di "Costituente della cultura", proprio per cercare di capire quante e quali risorse destinare all'istruzione, con quali obiettivi e come gestirle.»
Per il sottosegretario è necessario puntare su istruzione, formazione professionale e apprendistato per creare un legame continua fra il mondo scolastico e la realtà lavorativa. «Nessuna generazione è senza futuro, mutano soltanto le condizioni - continua Rossi Doria - ed è in questa ottica di cambiamento che la società e la politica devono trovare un modo per far interagire il mondo della formazione con quello occupazionale» continua il sottosegretario, «un po' di cultura tecnica, di cultura manuale, aiuta la formazione di tutti gli individui perché serve nella vita.»
Sul concetto di "svecchiare" la scuola italiana e renderla più internazionale e competitiva con il resto del mondo, il sottosegretario all'Istruzione ha una visione molto chiara: «I nostri giovani sono molto più internazionalizzati delle strutture formative in cui apprendono. Viaggiano, conoscono il mondo, conoscono le lingue. Questi ragazzi competono con giovani di altre parti del mondo e per questo è bene fare esperienze all'estero e imparare a confrontarsi con altre realtà .» Secondo Marco Rossi Doria è infatti sbagliato parlare di "fuga di cervelli", «il termine fuga è inappropriato, i giovani devono cercarsi un futuro ovunque nel mondo, perché oggi più di ieri siamo cittadini globali, anzi l'esperienza all'estero diventa un'importante esperienza di vita e di formazione. L'errore che fa l'Italia è quello di non creare le condizioni perché i talenti possano trovare opportunità all'altezza anche nel nostro paese, la vera domanda è perché non ci sono abbastanza i giovani di altri Paesi che scelgono l'Italia per percorsi formativi o di ricerca di alto livello.» Alla conclusione dell'intervista del sottosegretario all'Istruzione ad Universita.it, Doria prova a analizzare che cosa manca veramente nel nostro sistema d'istruzione: « la nostra scuola troppo spesso si è basata su un'idea riduttiva di uguaglianza, a noi servono forme di discriminazione positiva, chi parte svantaggiato, va accompagnato fin dalle scuole dell'infanzia. In questo modo si può spezzare il circolo vizioso tra povertà e istruzione, e soprattutto solo così si possono individuare e coltivare i nostri numerosi talenti; indirizzare le nostre migliori risorse verso le aree più difficili, diventa dunque la soluzione più ovvia. Lo hanno già fatto grandi Paesi come gli Stati Uniti, la Cina e la Francia.»
Per l'intervista completa: http://www.universita.it/marco-rossi-doria-intervista-universitait/
Per ulteriori informazioni: www.universita.it
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