Giovane Italia: liberalizzazioni non un dogma, solidarietà a lavoratori Gdo e commercio
Lunedi 30 Gennaio 2012 alle 14:29 | 0 commenti
Alessandro Benigno, Presidente provinciale Giovane Italia Vicenza - Le liberalizzazioni devono essere uno strumento per migliorare il funzionamento del sistema ma non devono essere un dogma. Ben vengano se servono ad esempio per migliorare l'efficienza dei servizi pubblici locali a minor costo per la collettività , se servono per mettere in discussione la gerontocrazia e l'elitarismo di alcuni settori professionali, per creare più concorrenza e competitività nel lavoro e per aiutare i consumatori.
Le liberalizzazioni devono essere sintonizzate con questi indirizzi ma di esse non si può e non si deve fare un uso indiscriminato e sregolato.
Nel settore della grande distribuzione e del commercio, in riferimento all'apertura domenicale degli esercizi prevista dal decreto Monti, si è creato solamente malcontento tra i lavoratori e non si sono certamente evidenziati incrementi dei consumi anche perché la gente, in tempo di crisi, bada bene alle proprie spese.
Più condivisibile era senz'altro la legge regionale che prevedeva solamente l'apertura di sedici domeniche più quattro e che il decreto Monti ha spazzato via.
L'apertura indiscriminata crea grosse difficoltà ai lavoratori e alle lavoratrici, specialmente mamme, che lavorando sette giorni su sette devono rinunciare alla loro vita famigliare e sociale in senso più ampio. Chi tiene i loro figli alla domenica?
Del resto anche i gestori degli esercizi commerciali si trovano in difficoltà perché a fronte della crisi non riescono ad assumere nuovo personale per garantire i turni di lavoro e, di fatto, non vedono aumentare i fatturati perché anche se tengono aperti i propri esercizi sette giorni su sette la gente, che non arriva a fine mese, non compra.
A questi lavoratori va quindi tutta la nostra solidarietà e ci auguriamo che l'esecutivo in carica possa fare marcia indietro per dare ascolto alle loro esigenze di persone, di madri e di padri, prima ancora che di lavoratori. Non si può ridurre tutto a variabili numeriche ed economiche. La dignità della persona e del lavoratore va salvaguardata senza se e senza ma. Ma andiamolo a spiegare a dei tecnocrati...
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