Giornata mondiale della libertà di stampa, la civiltà di una nazione si misura anche dalla presenza di giornalisti liberi
Lunedi 2 Maggio 2016 alle 11:08 | 0 commenti
Riceviamo da Romano Pesavento, presidente Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, e pubblichiamo
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in occasione del Giornata internazionale della libertà di stampa del 3 maggio, intende ricordare i tanti giornalisti trucidati nel compiere il loro dovere: raccontare le storture e le ingiustizie del mondo e diffondere verità scomode per i poteri forti. I giovani devono conoscere l’importanza di una stampa libera e oggettiva; la denuncia di azioni illecite o comportamenti dannosi per la collettività ha reso possibile l’indignazione popolare e conseguenzialmente, in molti casi, la punizione dei colpevoli, a prescindere dal ruolo sociale – politico esercitato; basti pensare al Watergate.
Non a caso il movimento dell’Illuminismo, che per la prima volta forgiò il concetto di cittadino contrapposto a quello di suddito, vide proliferare la pubblicazione di gazzette e fogli, il cui intento era quello di rivelare le bassezze e gli abusi dei potenti e chiedere giustizia. Già dal Settecento il binomio verità – giornalismo serio caratterizzava la società civile o che aspirava a diventarlo.
Oggi i giornalisti, spesso quelli “free lanceâ€, vivono in condizioni economiche piuttosto precarie e spesso sono soggetti ad intimidazione – violenze da parte di chi vorrebbe reprimerne la voce e preferirebbe continuare a tramare nel buio e nell’omertà : nel 2015, come segnala il dossier Rsf (Reporter Senza Frontiera) sono 110 i reporter uccisi, 7 tra cameramen, fonici e tecnici e 27 i citizen journalist; un dato in aumento rispetto al 2014 (66 giornalisti, 11 collaboratori non giornalisti dei media e 19 citizen journalists). La civiltà di una nazione si misura anche dalla presenza di giornalisti liberi, intellettualmente onesti e indipendenti.
L'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani recita: Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza
riguardo a frontiere.
In nome di questi principi, il Coordinamento Nazionale docenti della disciplina dei Diritti Umani invita le scuole di ogni ordine e grado a promuovere tra gli studenti il concetto di libertà di opinione e sollecitarli ad essere critici, confrontare le informazioni e le fonti d’emissioni delle stesse, attraverso laboratori di lettura e l’analisi dei fatti riportati dalla stampa in classe. Â
Nella giornata del 3 maggio, un pensiero va rivolto ai circa 28 giornalisti italiani uccisi nel mondo e alla redazione di Charlie Hebdo, decimata durante l’attacco terroristico del 7 gennaio 2015.
“Io ho un concetto etico di giornalismo. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza e la criminalità , impone ai politici il buon governo. Un giornalista incapace, per vigliaccheria o per calcolo, si porta sulla coscienza tutti i dolori umani che avrebbe potuto evitare, e le sofferenze, le sopraffazioni, le corruzioni, e le violenze che non è stato mai capace di combattere.†(Giuseppe Fava)
Giornalisti italiani uccisi:
Cosimo Cristina (1935-1960), Termini Imerese (Palermo)
Mauro De Mauro (1921-1970), Palermo
Giovanni Spampinato (1946-1972), Ragusa
Giuseppe Impastato (1948-1978), Cinisi
Mario Francese (1925-1979), Palermo
Giuseppe Fava (1925-1984), Catania
Mauro Rostagno (1942-1988), Lenzi di Valderice (Trapani)
Giuseppe Alfano (1945-1993), Barcellona Pozzo di Gotto (Messina)
Giancarlo Siani (1959-1985)
Carlo Casalegno (1916-1977)
Walter Tobagi (1947-1980)
Italo Toni e Graziella De Palo, scomparsi in Libano il 2 settembre 1980
Almerigo Grilz, (1953-1987) morto in Mozambico
Guido Puletti (1993), Bosnia
Marco Luchetta, (1952-1994), Mostar (Bosnia) insieme agli operatori della Rai di Trieste Alessandro Ota e Dario D’Angelo
Ilaria Alpi (1961-1994), Mogadiscio, Somalia, con l’operatore Milan Hrovatin
Gabriel Gruener (1963-1999), Brazda, Macedonia
Antonio Russo, (1960-2000), Tiblisi, Georgia
Maria Grazia Cutuli (1962-2001), Afghanistan, sulla strada che da Jalalabad porta a Kabul. Insieme a lei uccisi: l’inviato di El Mundo Julio Fuentes e due corrispondenti dell’agenzia Reuters, l’australiano Harry Burton e l’afghano Azizullah Haidari
Raffaele Ciriello (1959-2002), Ramallah, Cisgiordania
Enzo Baldoni (1948–2004), Najaf, Iraq
Vittorio Arrigoni (1975-15 aprile 2011), Gaza
Andrea Rocchelli (1983-24 maggio 2014) , Slavianks, Ucraina
Simone Camilli (1979-13 agosto 2014) Gaza
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