Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la Cgil Vicenza la ricorda con lo spettacolo "Catene violente"
Mercoledi 22 Novembre 2017 alle 21:26 | 0 commenti
Marina Bergamin della CGIL Vicenza ricordando la prossima Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che si festeggerà il 25 novembre afferma: "Di numeri sulla violenza sulle donne, in questi giorni se ne sono dati molti. In Italia, ogni anno, oltre cento donne vengono uccise da uomini, quasi sempre quelli che sostengono di amarle. Ai femminicidi si aggiungono violenze quotidiane che sfuggono ai dati ma che, se non fermate in tempo, rischiano di fare altre vittime: sono infatti migliaia le donne molestate, perseguitate, aggredite, picchiate, sfregiate. In famiglia, nel luogo di lavoro, nel territorio."
"Molto spesso - prosegue la sindacalista - alla violenza si aggiunge il silenzio della vittima, per vergogna, per paura, per sfiducia. Vogliamo che le donne non restino più in silenzio: il silenzio uccide! Quest'anno le donne CGIL di Vicenza hanno scelto la via del teatro per farsi sentire in un momento in cui sembra che niente possa fermare il fiume in piena delle violenze: nessun potere deve sentirsi abbastanza forte da intimidire o ingabbiare il grido delle donne molestate o vittime di violenza! Le strutture pubbliche - Centri anti-violenza per primi - devono essere finanziate e moltiplicate. Ma la vera rivoluzione deve essere di tipo culturale e deve iniziare già dalle scuole per proseguire poi nei luoghi di lavoro e nell'intera società ."
"Questo è il senso del nostro 25 novembre - sottolinea Bergamin -: giornata di denuncia e di lotta. Il 26 Novembre alle ore 18 presso il Centro Civico di Villa Lattes - via Thaon di Revel 44 a Vicenza, incontreremo la compagnia di teatro sociale della Fondazione Capta. Lo spettacolo "Catene violente" ci porterà dentro la vita difficile di una donna in una comune famiglia italiana dove, piano piano emerge una distruttiva violenza quotidiana. Il Teatro Forum è una forma di teatro utilizzato per riflettere e confrontarsi su importanti questioni sociali. Porta in scena situazioni di conflitto, oppressive, complesse, ci lascia un senso di amarezza, spesso di ingiustizia. É come una molla capace di mettere in moto un dibattito coinvolgente, non si può restare passivi, il pubblico è spinto a reagire, a cambiare la propria realtà partendo dall'esperienza di ciascuno, ma sempre nel rispetto delle diversità di ognuno."
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