Giornata Europea della Cultura Ebraica: poco sensibili le autorità, invitati tutti i cittadini
Giovedi 30 Agosto 2012 alle 12:10 | 0 commenti
Paola Farina a differenza degli anni passati, ha deciso di «non inviare alcun invito ai Sindaci dei Comuni della Provincia e a tutte le Istituzioni e personalità alla Giornata Europea della Cultura Ebraica» programmata per il 2 settembre anche se poi aggiunge «eccetto due o tre che hanno sempre risposto e condiviso». Anni di lavoro e tentativi di ogni genere le hanno fatto capire, infatti, che è inutile promuovere laddove si opera senza interessi nei confronti dello scambio culturale e quindi senza dialogo: «senza dialogo non c'è confronto e senza confronto non c'è comprensione».
 Già lo scorso anno proprio nel nostro giornale era apparsa una sua risposta ad un lettore che lasciava presagire quanto ha fatto, tagliare i costi di inviti riconvertendoli in un'altra iniziativa.
La Comunità Ebraica sarà rappresentata dalla partecipazione dell'assessore alla cultura della Comunità Ebraica di Verona e Vicenza dott. Roberto Israel che porterà i saluti del Presidente dott. Carlo Rimini e presenzierà al concerto di musica klezmer (vedi scheda e programma) intervallato da video e commenti di Hamos Guetta (vedi scheda e programma), altro amico di Paola Farina che rappresenta la comunità ebraica italo-libica (nella quale Paola ha la sua «roccaforte e un grosso punto di riferimento»). Mancherà invece Walter Arbib (vedi profilo Walter Arbib 3) il filantropo ebreo premiato dalla regina Elisabetta II, poiché «è in attesa di diventare nonno "gemellare ... errori di calcolo...era certo di poter partecipare».
Questa è la tredicesima edizione della Giornata Europea della cultura Ebraica ed il tema è l'umorismo ebraico, tema di apparente facile interpretazione. Il senso della Giornata non deve essere inteso come una rappresentazione di barzellette, ma «va focalizzato il modus vivendi ebraico di affrontare e cercare di risolvere lo stato di conflitto, mostrando le contraddizioni logiche e la forza secolare di chi ironizzando sulle proprie debolezze e sulla stessa forza di resistere nonostante tutto, ha sempre trovato la forza di minimizzare le difficoltà , esprimendo nello stesso tempo la propria fiducia "alla vita". Ne è derivato un vero stile di esistenza, che si è riprodotto con un sorriso in tutte le Comunità , in tutti i paesi, trasformando le persecuzioni in prove che il coraggio dà la forza di superare».
A Vicenza visita al Cimitero Ebraico di via Fratelli Bandiera (vicino all'ospedale) alle ore 10:30 a cura di Enrico Richetti. Concerto di Musica klezmer intervallato da video e commenti di Hamos Guetta presso il cortile di Palazzo Trissino a partire dalle ore 16:30. Ingresso gratuito e fino a esaurimento dei posti.
L'UMORISMO EBRAICO
IL TEMA DELLA GIORNATA
Il tema dell'edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica 2012, un fenomeno culturale più che un aspetto profondo tradizione ebraica, che si è sviluppato e rafforzato nel corso dei secoli nel magico mondo ebraico.
L'umorismo ebraico è caratterizzato dall'ironia, dai giochi di parole e, spesso, dall'autoironia, dalla capacità di ridere sulle proprie difficoltà , e anche sugli aspetti tragici dell'esistenza. In particolare l'umorismo degli ebrei dell'est Europa è stato oggetto di studi e riflessioni.
Sull'umorismo degli ebrei dell'est Europa, trasferito poi almeno in parte negli USA, esiste una vasta letteratura. La parola "chiave" è appunto "Witz": significa scherzo, battuta fulminante, a volte surreale, tipicamente autoironica, che induce non solo a ridere ma anche a riflettere.
L'ironia da una parte rappresenta un desiderio di tenerezza, di rimanere nel mondo intoccabile dei "ragazzi" e delle "ragazze" in gamba, dall'altra rafforza il "saper ridere", anche di sé e "da grande" e della propria condizione, è una particolarità che si è sviluppata nel mondo ebraico nel corso dei secoli, percorrendo infiniti percorsi geografici che hanno fatto assumere all'umorismo ebraico valenze differenti, di luogo in luogo.
L'umorismo è stato in certe circostanze una specie di membrana che soprapponendosi come una seconda pelle e come una seconda pelle è diventato una metafora che ha aiutato gli ebrei, talvolta privati di fondamentali diritti, quando non vittime di persecuzioni, a "sopravvivere psicologicamente", a rimanere mentalmente integri di fronte a mille difficoltà e peripezie.
Si dice che la vita è tutta una commedia, non a caso una delle frasi celebri di Woody Allen è "I muri del mio appartamento sono talmente sottili che quando taglio le cipolle piangono i vicini. Questo è un tipico esempio di umorismo veloce, un atto di cui possiamo essere tutti protagonisti e tutti spettatori.
L'umorismo ebraico si basa sulla brevità intelligente e sulla velocità di composizione, sono flashes di vita, momenti creativi, battute a doppio senso, aforismi che spesso si basano sulle difficoltà dell'individuo umano...quale miglior tempo di quello attuale per parlarne e concludo proprio con una battuta ancora di Woody Allen, scritta molti anni fa, ma riconducibile all'attuale momento economico che ci sta bacchettando "Forse è vero che il denaro non ci dà la felicità , ma almeno smetti di fartene un problema.
Alcune note
Tra i tanti artisti I fratelli Marx. Il gruppo comico "capitanato" da Groucho Marx celebre negli anni '20, '30 e '40 grazie a spettacoli venati di umorismo surrealista. I loro film furono enormi successi al botteghino, e ne consacrarono la fama.
Woody Allen. Il famoso attore, comico e regista ebreo-americano è il più noto esponente di una sensibilità comica "ebraica".
I fratelli Cohen. I due pluripremiati registi statunitensi hanno realizzato una pellicola specificamente a tema ebraico, molto divertente: "A serious man", che è un bell'esempio di comicità surrealistica e grottesca tipica del sense of humour ebraico.
Zucker. Come diventare ebreo in sette giorni. E' un divertente film tedesco sui conflitti all'interno di una famiglia ebraica
Train de vie. Il film del regista Radu Mihaileanu che sebbene tratti il tema della Shoah, riesce a essere leggero e poetico.
Forse non tutti sanno che il grande mago e prestigiatore Harry Houdini era ebreo, così come il mimo Marcel Marceau. Collegandoci a questo dato, si potrebbe ipotizzare l'allestimento di spettacoli di magia o di mimo, legati idealmente a queste figure.
Sigmund Freud, il padre della psicanalisi, definì l'umorismo come "il più eminente meccanismo di difesa". Suggeriamo la possibilità di organizzare incontri o convegni per discutere del "motto di spirito", dell'ironia, dell'umorismo anche quale fondamentale strumento di interazione sociale e di incontro tra persone e culture. Per parlarne "seriamente" e per capirlo più a fondo.
GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICA
E' la manifestazione europea nata nel 2000 allo scopo di "aprire le porte" dei luoghi ebraici, per far conoscere le tradizioni e le usanze, le sinagoghe e i musei ebraici, il patrimonio storico, artistico e architettonico dell'ebraismo europeo.
In Italia la manifestazione ha una notevole risonanza, con oltre cinquantamila visitatori per ogni edizione, più di sessanta località coinvolte e centinaia di eventi che, la prima domenica di settembre, data scelta per la manifestazione, animano le piazze e le strade italiane.
La Giornata Europea della Cultura Ebraica, alla quale partecipano ogni anno circa trenta Paesi europei, inclusa la Turchia, è coordinata dall'AEPJ - European Association for the Preservation and Promotion of Jewish Culture and Heritage, ed è sostenuta e coordinata in Italia dal Dipartimento Informazione e Relazioni Esterne dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
La manifestazione gode dell'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, del Ministro per le Politiche Europee e dell'ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani.
Senza scambio culturale non c'è dialogo, senza dialogo non c'è confronto e senza confronto non c'è comprensione.
HAMOS GUETTA
Hamos Guetta è nato a Tripoli nel 1955. Fuggito da Tripoli nel 1967, durante la "Guerra dei sei giorni", due volte in carcere in Libia a dodici anni in quanto ebreo, di nuovo in carcere in Italia per motivi politici a diciassette anni. Oggi è un imprenditore di successo nella moda e vive a Roma insieme alla moglie, a quattro figlie e a una numerosissima famiglia. Già assessore alle politiche giovanili della Comunità ebraica di Roma è da sempre impegnato in opere di volontariato giovanile e culturale. Appassionato di letture di vario genere, prevalentemente di psicologia, ha riservato una grande attenzione all'espressione della cultura attraverso l'arte culinaria: grande conoscitore della cucina ebraica, ha sempre sostenuto, nei suoi vari articoli e prefazioni di volumi, l'importanza degli odori e dei sapori, così come delle feste religiose a essi legate, per il riconoscimento delle radici culturali di un popolo, il loro mantenimento e la loro trasmissione. Insegnare ai propri figli a riconoscere le loro radici è alla base della loro educazione e della crescita della loro autostima. In un modo disgregato e senza valori di riferimento come quello attuale, un odore può avere la forza di restituire un'identità .
E' l'amministratore di www.italiaebraica.it ed autore del libro "Genitori: 60 errori da evitare". Ideatore di molti video che spaziano dalla cucina tripolina, ai gossip del Ghetto, ai video comici in italiano e arabo è una delle figure più versatili, popolari e colte del panorama ebraico italiano. E' una persona diretta e coraggiosa e sempre alla ricerca di nuove idee capaci di emozionare.
Presenta a Vicenza una serie di video e commenti di cultura e ironia ebraica.
KLEZMER" CHE COS'È?
Sono due parole in ebraico: kley e zemer. La traduzione: strumento di canto, individua la musica popolare prevalentemente strumentale degli ebrei dell'Europa orientale, conservata ed elaborata dal XVII secolo, a dispetto delle difficili condizioni materiali e spirituali sofferte da questo popolo. Il klezmer, musica profana, è il prodotto di una società fortemente religiosa che sente tutti i giorni il canto della sinagoga, ma che tuttavia trae la propria ispirazione dai rumori della strada, dalle mille espressioni della vita quotidiana. Esso vede nella natura, nelle piccole quotidiane emozioni, nei meccanismi del cuore e della mente scintille inesauribili d'ispirazione, che sono simbolo di "joie de vivre" e regalano emozioni uniche. Rappresenta in ultima analisi la positiva complessità culturale della vita ebraica, descrivendone appieno il percorso storico.
MESHUGE KLEZMER BAND
M.K.B. è un gruppo originario di Verona e dintorni ed esegue brani strumentali composti d'importanti musicisti ebrei emigrati dall'Europa orientale in America nei primi decenni del '900, soprattutto a New York, come Abe Schwartz, Naftule Brandwein, Dave Tarras e Sam Musiker. Il gruppo esegue anche musiche dell'avanguardia contemporanea: brani di John Zorn, creatore del progetto musicale Tzadik ed esponente di spicco della "Radical jewish culture" o di Frank London, trombettista dei Klezmatics, che ha collaborato con il gruppo nella registrazione del terzo album Treyf 1929.
Quest'anno si esibiranno a Vicenza
Fabio Basile (chitarra elettrica)
Claudia Bidoli (voce)
Stefano Corsi (basso)
Zeno De Rossi (batteria)
Roberto Lanciai (sax alto e baritono)
PROGRAMMA
Rumania: Un mix strumentale di musica araba, slava, ungherese e yiddish che si accompagna, naturalmente, alla tradizione identificabile nel nucleo etnico di cultura latina.
Gypsy: Strumentale gitano, zingaro. Nonostante il termine gypsy si riferisca all'Est slavo, parecchi gruppi provengono da altri paesi, spesso con influenze dalla musica popolare russa, ebraica e world music.
Lomir Sich Iberbetn: Un canto passionale di riconciliazione tra una lei e un lui. In sostanza la canzone dice litighiamo pure, continuiamo a litigare, ma facciamo si che il nostro litigio si converta in un contratto matrimoniale.
Zogt der Rebbe: Canzone askenazita. Dice il rabbino: "Un buon giorno a te, mio Signore, liberaci dalla tua ira, e noi seguiremo la legge alla lettera. I giusti, i giusti cammineranno gli empi cadranno".
Tango: Strumentale di Dave Tarras, musicalità vagamente latina...E' il lasciare un margine al sogno, creando atmosfere, scenografie, dove poter vivere emozioni e sentimenti forti.
Tanz!: Danza Bulgara, strumentale. Un patchwork musicale che più che mai trasmette quanto la nostra natura sia nomade e sfuggente, ami la contraddizione, l'essere, il vivere.
Dona Dona: E' in origine un canto yiddish. La musica di Sholom Secunda e i testi di Aaron Zeitlin, scritte al tempo del nazismo (1940) e ricordano, con una tragica metafora, la deportazione nei campi di sterminio. La canzone è stata tradotta in inglese intorno al 1956 ed è diventata popolare solo nel 1960 grazie a Joan Baez prima e a Donovan, che la incise nel 1965.
Ma Omrot eynaich: Canzone ebraica. Un soldato in trincea sogna, nella solitudine della battaglia, gli occhi della sua amata.
Tum-balalaika: Un indovinello, una canzone d'amore ebraica, e nello stesso tempo una musica tradizionale russa. Un giovane uomo riflette, tutta la notte chiedendosi se sia giusto o sbagliato rivelare il suo amore, ponendosi il dubbio che lei lo possa rifiutare...
Sam's Bulgar: Strumentale di Sam Musiker. Numerose sono le danze rituali, le più antiche si ricollegano alla natura enfatizzando l'elemento magico; altre si rifanno ai rituali sociali, come il matrimonio. Sam Musiker era ebreo, tipico uomo di cultura yiddish pertanto esprime nella sua musicalità il massimo della cultura ebraico - yiddish.
Der Cholum Fun Yid: Strumentale di Sam Musiker . La preghiera del Rabbino
A Bulgar: Strumentale. Il carattere sociale della danza bulgara si esprime durante le festività . Gli horo, danze in cerchio, sono i più popolari. Lo stile bulgaro ispira "rispetto e dignità ", perfino durante i ritmi più complessi e frenetici. Generalmente la parte superiore del corpo è ferma, le mani afferrano la cintura del vicino, mentre sono i piedi a muoversi rapidamente, con grandissima varietà di passi.
Ale Brider: Il titolo significa "tutti Fratelli" e' considerata un po' come una sorta di "Internazionale" ebraica per il suo carattere di fratellanza e pace, è sicuramente la canzone più nota in tutto il mondo in lingua yiddish, in origine, un adattamento di una poesia di Morris Winchevsky, intitolata Un mir davnen fun eyn sider; ben presto divenne l'inno del "Bund", la lega socialista ebraica di Theodor Herzl, che fu il primo movimento socialista organizzato a livello europeo e mondiale. Spesso e volentieri, alle strofe "canoniche" ogni singolo esecutore aggiungeva delle strofe estemporanee.
A Heymisher Bulgar: Una danza tipica del matrimonio ebraico, che da adito a svariate interpretazioni e adattamenti. Questa melodia riattraversa l'oceano e compie un viaggio a ritroso verso il Vecchio Continente... Ma non ci sono più i chassidim ad attendere la danza dei loro parenti emigrati. Durante il ritorno la nostra danza si trasforma, diventando quasi una pulsante e nervosa beguine mediorientale: non è più quella dei padri di Abe e Sam, non è più neanche quella sognata e reinventata da loro due....
Freilechs Fun Der Hupe: Il rito del matrimonio sta terminando. I giovani sposi emozionati escono da sotto il baldacchino nuziale, dove è stata celebrata la cerimonia e si avviano verso la porta della sinagoga: Shmelke Bau ha il sorriso di sempre, inutile e inespressivo, senza alcuna consapevolezza (l'avrà mai?) che la splendida e radiosa Esther Blumenthal, la più bella e desiderata ragazza dello shtetl è appena diventata sua moglie.... Una voce in mezzo al frastuono dei "Mazel Tov " e dà il via alle danze " Un, due... Un, due... Un, due, tre, quattro !": I klezmorim cominciano a suonare creando un armonico frastuono che si propaga sempre più; gli uomini cominciano a danzare in cerchio e a far girare vorticosamente, insieme con le loro barbe i loro riccioli e le loro palandrane, il frastornato e incolpevole Shmelke.
GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICA
WALTER ARBIB
Ancora in forse ad oggi, in quanto in attesa di diventare "binonno gemellare" di un maschietto e di una femminuccia, la presenza di Walter Arbib, il filantropo ebreo premiato dalla regina Elisabetta con il riconoscimento della ‘Diamond Jubliee Medal' per il suo contributo umanitario. In ogni caso, qualora fosse impossibilitato, promette che non mancherà una prossima occasione a Vicenza, vuoi che sia la Giornata della Cultura o quella della Memoria.
Manca un personaggio così bello in una Vicenza silente...E' un manager, ma anche un filantropo. E' un uomo agiato ma, come da lui stesso più volte ripetuto, davanti alle tragedie del mondo ci sono due possibilità : "Una è affrontare la realtà , l'altra è distogliere gli occhi". Walter gli occhi non li distoglie mai di fronte al componimento tragico.
Da buon ebreo è un uomo errante dalla Tunisia raggiunge la Libia e a 26 anni è costretto a fuggire dalla Libia ed arriva a Roma, per poi emigrare prima in Israele e successivamente in Canada, dove nel 1994 fonda con il socio sikh Surjit Barba, la Skylink Aviation, una bella compagnia aerea non interessata a trasportare ricchi uomini d'affari, ma a fornire servizi di grandi interventi umanitari. Un'azienda che annovera tra i suoi clienti le Nazioni Unite, il Programma Alimentare Mondiale, le Forze Armate Canadesi, e molte altre agenzie governative e non.
Gli aerei della SkyLink hanno offerto supporto e logistica agli aiuti umanitari con trasporto di grandi quantità di medicinali in Ruanda, Mozambico, Somalia, Turchia, Pakistan, Indonesia, Darfur e Sri Lanka. Medicinali che Arbib consegnò - suscitando non poche polemiche - anche ad israeliani e palestinesi, alle popolazione di Sderot e Gaza. Inoltre è stata proprio la SkyLink Aviation a portare in Italia l'obelisco di Axum, operazione che gli valse il conferimento del titolo di Commendatore al Merito della Repubblica italiana.
Sua l'iniziativa di donare quattro casette mobili utilizzabili come ‘isola nido' per alcune neomamme delle aree terremotate e per i loro bambini. A donarle lo Stato di Israele grazie al contributo del benefattore di origine tripolina Walter Arbib e del Keren Hayesod Canada. Casette consegnate a luglio non senza polemiche...
Ha una figlia, che dovrebbe essere un esempio per la città di Vicenza, polo produttivo di oreficeria, Dana Arbib che ha lasciato gli studi di filosofia per creare, nel 2008 con un'amica musulmana pakistana, Farah Malik a Treaty of Peace, un'azienda in evoluzione finalizzata alla creazione di prodotti di abbigliamento ed accessori di gioielleria. Il loro obiettivo è quello di creare opportunità occupazionali in luoghi di conflitto, coinvolgendo gli artigiani locali per forgiare modelli da porre in vendita in negozi esclusivi. I gioielli traggono ispirazione dalla cultura e dalla moda del Medio Oriente, Asia, Sud America ed Africa. Ad ogni stagione le due ragazze di recano nei villaggi in zone di conflitto in cerca di artigiani , creando così opportunità professionali, sinergie collaborative e comunicative. I viaggi di Dana e Farah non sono passeggiate, ma sono "gli assurti" per eccellenza, viaggi ricchi di nuovi entusiasmi, nuovi valori, nuove essenze.
Siano Walter, Dana e Farah civili esempi per la nostra imprenditoria!
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.