Giornalisti ricaricati, addetti stampa bifronte: la libertà di stampa è impiombata
Giovedi 15 Marzo 2012 alle 00:49 | 0 commenti
Se un giorno la Guardia di Finanza aprisse una finestra sui pagamenti dei giornalisti pubblicisti free lance e di chi all'albo dei giornalisti sognasse di iscriversi scrivendo per media registrati in Tribunale, la palestra obbligata per farlo, scoprirebbe un altro mondo grigio. Con tante sfumature di nero. Perchè non sono certo poche le agenzie, in primis quelle calcistiche, che "pagano" i pezzi dei collaboratori nei vari stadi d'Italia non con bonifici o assegni e neanche con contante regolarmente registrato con una sia pur scarna ricevuta.
Ma assolvono all'impegno economico con i "collaboratori" come i papà fanno con i figli, pagando ricariche telefoniche, ad esempio. Ma a differenza dei figli, che del regalo non fanno un reddito, e dei loro papà , che la ricarica non la detraggono dall'imponibile, quelle agenzie i costi della ricarica li scaricano fiscalmente come costi propri mentre di ritenute a loro carico neanche a parlarne, come pure di dichiarazione di reddito, sia pur minimo. per i "ricaricati" ...
Succederebbe anche a Vicenza, ci dicono giovani aspiranti giornalisti che vogliono restare anonimi, che noti media paghino anche loro con ricariche, questa volta, di carte Poste Pay, ma non finisce col solo aspetto del pagamento il fenomeno dell'informazione in nero.
Che dire, infatti, anche del pessimo malvezzo di chi con una mano fa l'addetto stampa e con l'altra digita gli articoli o prepara i servizi tv, spesso sullo stesso settore merceologico se non addirittura sui propri clienti?Lo fa solo quella moltitudine di giovani che sognano di diventare giornalisti e, per arrotondare i magri "tot a riga" o le ricariche, offrono le loro capacità di comunicazione ad aziende, partiti, associazioni, enti pubblici, società sportive perchè i loro scritti arrivino pomposamente positivi alle redazioni in cui poi, con poco abili copia e incolla, diventano ... "articoli"?
No, lo fanno anche (soprattutto?) non poche, cosiddette firme! I loro comunicati con la griffe valgono di più.
Un commento? Si guardino allo specchio, loro e i loro giornali!
Ai quali gli addetti stampa/giornalisti si guardano bene dal muovere appunti quando i loro "capi" nascondono e ribaltano notizie scomode per i clienti pubblicitari e i potenti "preferiti", se chi scrive è tra i primi a farsi gioco del diritto dei lettori a leggere notizie non filtrate già dagli estensori.
Quanti e quali sono gli addetti stampa che fanno anche i giornalisti per le testate a cui arrivano i loro comunicati?
Noi li dichiariamo pubblicamente qui, numeri e nomi: nessuno e nessun nome.
Attendiamo notizie dagli altri media. Per evitarci la fatica di farli noi, i numeri e i nomi. All'Ordine dei giornalisti prima ancora che ai lettori.
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