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Gentili, l'incubo è finito: torno più forte, per salvare il Vicenza, Dal Canto come Sannino

Di Filippo Zenna Mercoledi 20 Febbraio 2013 alle 20:21 | 0 commenti

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Nel pomeriggio esercitazioni tattiche e partitella in famiglia: in gol Semioli, assente Martinelli 

L'incubo è finito. Per lui e per il Vicenza. Tre mesi infiniti: prima sotto i ferri, poi a vivere tra palestra e riabilitazione. Il tendine ricostruito, il Vicenza caduto a pezzi. Giorni duri, durissimi per Matteo Gentili, colosso difensivo, martoriato dalla sfiga nel corso della sua carriera.

Non ancora ventiquattrenne, il centrale viareggino ne ha già viste e soprattutto subite di tutti i colori: malleolo fratturato a diciotto anni, ginocchio sinistro saltato a Varese, perone destro fuori causa a La Spezia e contro il Novara, in quel triste 17 novembre (giorno quasi premonitore), fu il tendine a fare crac. "Ero in un periodo molto positivo. Avevo segnato contro il Novara e pure nella gara precedente e soprattutto stavo trovando la continuità che mi è sempre mancata. Non è mai facile riprendere dopo un infortunio pesante: qualcosa a livello fisico lo perdi, però sul piano mentale ne guadagni, impari a conoscerti sempre meglio". Pensa positivo Gentili e prende il buono perfino da un trauma fisico, l'ennesimo, che ha sconvolto la sua carriera: "Tutti mi dicono di andare a Lourdes ed io sorrido - spiega l'ex Spezia - Nel calcio gli infortuni ci stanno, a me probabilmente è andata un po' male, ma ciò che conta è rialzarsi sempre. Non mi piace piangermi addosso. Tornerò più forte di prima". Come il Vicenza, che è risorto dalle ceneri quando nessuno più se l'aspettava: blitz al Bentegodi, saccheggio da tre punti al Rigamonti e salvezza di nuovo alla portata. Pochi segreti, spiegazioni semplici, quasi banali: "A volte sembra solo retorica. Ma questa squadra ha iniziato a fare grandi cose perché è diventata compattissima. Ognuno si sacrifica per l'altro e come dice Bellazzini non esiste più il concetto dell'io, ma quello del noi". Dal Canto è l'artefice di un piccolo capolavoro: "Mi ricorda un po' Sannino, che mi ha allenato al Varese. Concetti semplici, chiari, concentrazione feroce, aggressività. In campo ci andavamo sempre come leoni e sapevamo in ogni istante di gara cosa fare". La difesa, che prima reggeva lui, s'è trasformata da muro di carta a muro di gomma: un tempo si perforava, ora rimbalza gli attacchi avversari. "Sicuramente Bremec e Milanovic hanno portato qualità al reparto, così come l'hanno fatto Tiribocchi e Bojinov in attacco, Bellazzini, Cinelli e Ciaramitaro a centrocampo. Ma io sono di un'opinione particolare: nel calcio, solo pochi determinano le partite e non giocano di certo in serie B. In questa categoria la differenza la fanno il sacrificio e l'organizzazione". A meno che non ti chiami Sassuolo ed hai un potenziale superiore alla media della cadetteria. La capolista sabato farà visita al Menti e Gentili è pronto ad accoglierla: "Io sono disponibile. Pure per un minuto se il mister lo riterrà oppurtuno. Ciò che importa è che non si arrivi a pensare di aver risolto tutto tra Verona e Brescia. Il Sassuolo dobbiamo affrontarlo curando ogni particolare e cercando di non commettere un solo errore. È da tanto che non vinciamo in casa ed è arrivata l'ora di farlo, pure perché è al Menti che dobbiamo costruire la nostra salvezza". Nel pomeriggio, il tecnico Dal Canto ha lavorato tanto sulla tattica, simulando il 4-3-3 del Sassuolo per poi richiedere alla squadra dei movimenti corali per anestetizzarlo. Sul finire di seduta mezz'oretta di partitella in famiglia a campo ridotto. Da una parte Pinsoglio tra i pali, Brighenti, Camisa, Gouano e Di Matteo in difesa Padalino, Cinelli, Castiglia, Semioli a centrocampo Malonga, Bojinov. Dall'altra Bremec in porta, Corticchia, Gentili, Milanovic, Pisano (alternatosi con Laczco) sulla linea dei difensori; Bellazzini (e per un po' Mustacchio), Rigoni, Ciaramitaro e Bessa sulla linea mediana; Tiribocchi e Giacomelli in prima linea. Gara terminata 1 a 0 con gol di Semioli. Assente solo Martinelli per una lieve forma influenzale.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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