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Gambellara, la Cantina Sociale compie 70 anni

Di Marta Cardini Lunedi 22 Maggio 2017 alle 14:20 | 0 commenti

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La Cantina Sociale di Gambellara spegne 70 candeline. Nata nel 1947, dalle ceneri della precedente cantina sociale Enopolio (attiva fin dal 1920), è oggi una delle più grandi realtà vitivinicole del Veneto. Nacque con 26 viticoltori che si unirono per migliorare la qualità dei propri vini. Oggi i soci sono 365 per 650 ettari di terreno. Nel 2015 la Cantina di Gambellara di è fusa con la Cantina Colli Vicentini e la Cantina Vallogra e ha dato vita alla cooperativa Vitevis. Il vino vicentino viene esportato in tutto il mondo. Per festeggiare i 70 anni, all'interno della Cantina di Gambellara è allestita una mostra fotografica, dal titolo "Paesaggi, volti e luoghi del vino in Lessinia, Pedemontana e Colli Berici", organizzata da Cantine Vitevis in collaborazione con i Comuni di Gambellara, Montecchio e Malo.

I vigneti della Cantina sono collocati in prevalenza su terreni collinari di origine vulcanica, come tufi, lave basaltiche, che affiorano in superficie in colonne dalle poliedriche forme. Con la degradazione della rocce il terreno si è dotato di fertilità chimica naturale, ricco di potassio e magnesio che danno all'uva quella ricchezza di zuccheri e sostanze aromatiche che si riscontrano poi nei vini. Le colline che fanno da cornice alla Cantina di Gambellara si elevano fino a 500 mt. s.l.m. L'area maggiormente piantata a vite varia dai 100 ai 350 mt. L'orientamento delle colline va da Nord a Sud, favorendo un clima relativamente mite nel periodo invernale e nel contempo favorendo le escursioni termiche giorno/notte nei mesi di maturazione delle uve. "Queste particolari condizioni microclimatiche rappresentano un unicum nel panorama vitivinicolo italiano- si legge sul sito web della Cantina- e permettono di produrre vini altamente selezionati e qualificati. La Cantina si trova al centro di quattro storiche zone di produzione DOC, ossia Gambellara,Colli Berici, Lessini Durello e Soave. A queste si aggiungono altre due denominazioni, ovvero la DOC Vicenza, di recente costituzione, e la DOC Prosecco che, nata originariamente a Treviso, solo da pochi anni è stata allargata anche ad altre province del Veneto. Questo consente alla nostra produzione, pur essendo incentrata sulla Garganega e sul Gambellara Doc, di essere comunque molto ampia poichè comprende vini bianchi, rossi e rosati, spumanti, frizzanti e vini da dessert".


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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