Fusione ex BPVi e ex Veneto Banca, Il Mattino di Padova: il d-day sarà l'8 dicembre
Martedi 19 Settembre 2017 alle 09:57 | 0 commenti
Intesa SanPaolo accelera i tempi della riorganizzazione delle ex banche venete. E arrivata la circolare che fissa la migrazione informatica dei conti BPVi e Veneto Banca in Intesa l'8 dicembre prossimo, un venerdì di festa, con annesso il lungo weekend del 9 e 10 dicembre, per far sì che quando lunedì riapriranno gli sportelli tutti i conti, Iban e i prodotti siano 100% Intesa (vedi a tal proposito la nota del Coordinamento di don Torta, ndr). La società per i servizi Sec, acquisita a perimetro da Intesa, è già stata allertata per vigilare. «Fare presto» è sempre stato il grande mantra di Ca' de Sass, già abituata ai processi e ai tecnicismi delle fusioni.
Ma i piani, confermati a voce da Stefano Barrese, responsabile della Banca dei Territori, qualche settimana fa, erano di procedere all'integrazione dei sistemi operativi entro febbraio 2018. Il tutto avverrà due mesi prima e non è la sola novità in anticipo. Il piano filiali dovrebbe essere stato messo a punto e le chiusure con riassorbimento del personale potrebbero partire a giorni. Forse qualcuna è già stata operata: è il caso di sportelli adiacenti o antistanti. Le insegne Veneto Banca e Popolare di Vicenza sono d'altronde un ricordo: dopo le vetrofanie, sono state oscurate tutte le diciture del passato in attesa del riordino della rete. Il piano prevede il taglio di 600 filiali con mobilità e riconversione del personale.
Ieri si sono chiusi anche i termini per l'accesso allo scivolo pensionistico per i bancari ex popolari venete, secondo gli accordi intercorsi al tavolo sindacale del 13 luglio con Intesa SanPaolo. I dati sono ufficiosi ma i sindacati confermano che si è arrivati al numero richiesto dalla Bce e "fatto" proprio da Intesa. Sempre fonti sindacali parlano, anche in questo caso, di un anticipo del timing delle uscite volontarie: anziché fine anno, il processo potrebbe essere iniziato già a ottobre. La Dg Comp aveva individuato 3.874 esuberi e Intesa ne aveva dichiarati 3.900 con mille in uscita a fine anno grazie a un fondo finanziato con 1,3 miliardi nell'ambito degli accordi di cessione di Bpvi e Veneto Banca. L'accordo firmato con i sindacati vedeva in uscita volontaria, prima i dipendenti ex banche venete e poi quelli di Intesa.
Sappiamo che saranno i restanti 2.900 ma non conosciamo quanti saranno i "veneti" che si aggiungeranno alle uscite volontarie di Mps che pochi giorni fa ha chiuso i termini di adesione. Mps aveva contato di raggiungere 1.200 iscrizioni. La Banca non ha diffuso dati ufficiali ma secondo fondi si sarebbe attorno a quota mille. Quindi anche qui, una corsa alla pensione anticipata, c'è stata. D'altronde gli scenari non invitano a essere ottimisti. Secondo l'ex ceo di Citibank, Vikram Pandit, l'intero sistema bancario italiano ridurrà il proprio personale del 30% nei prossimi cinque anni. Fusioni, nuove tecnologie e app saranno i driver del cambiamento nel mondo del lavoro in uno dei settori considerati, per tanti an ni, il più sicuro da tutti. Se ha ragione Pandit le uscite sarebbero nell'ordine di 20 mila l'anno, 100 mila da qui al 2022.
di Eleonora Vallin, da Il Mattino di PadovaAccedi per inserire un commento
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