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Fusione BPVi e Veneto Banca, Anselmi: prima il favore del territorio. E sui fondi statunitensi per BPVi, Questio dichiara "no comment"

Di Rassegna Stampa Mercoledi 7 Settembre 2016 alle 09:34 | 0 commenti

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Anselmi frena: «Prima bisogna pensare alle sinergie a favore del territorio – ha detto -. Non escludiamo nulla, ma l’operazione di fusione è molto complessa». Veneto Banca non esclude nemmeno la possibilità che altre banche possano esprimere interesse nei confronti dell’istituto trevigiano (il riferimento è alla Banca Popolare dell’Emilia Romagna, nome che circolava già nei mesi scorsi come possibile partner strategico per il piano di rilancio): «Se ci sono altri soggetti, si facciano avanti; per il momento non c’è nessuno», ribadisce Anselmi. Il quale dichiara di non essere a conoscenza nemmeno di un dossier che dal primo settembre sarebbe sul tavolo di Quaestio sgr, azionista di maggioranza della banca attraverso il fondo Atlante, contenente un’offerta ufficiale da parte di quattro fondi statunitensi (Atlas, Baupost, Centerbridge e Warburg Pincus) che metterebbero a disposizione un miliardo di euro per supportare, in vista di una fusione, il piano di rilancio e ristrutturazione delle due venete. «Le giuro che non ne so nulla», taglia corto Anselmi. Mentre la stessa Quaestio liquida la notizia con un secco «no comment». L’impressione del mercato è, comunque, che la proposta dei fondi americani sia ad oggi poco verosimile, in contrasto con la road map che prevede, prima che possa essere espresso un valore aggregativo, il risanamento degli istituti – con la risoluzione delle sofferenze (per Veneto Banca 1,7 miliardi netti), la messa a punto dei tavoli di conciliazione (a Montebelluna sono circa 3mila le domande di risarcimento) e delle azioni di responsabilità – e sottodimensionata, come impegno finanziario, rispetto ai 2,5 miliardi che il fondo Atlante ha messo sul piatto per assicurare gli aumenti di capitale.
Mentre contro la fusione con la Popolare di Vicenza ieri si è schierato anche il sindacato dei bancari Uilca. Al momento non vedo nessuna possibilità di fusione – ha dichiarato il segretario generale Massimo Masi -. Non solo questa ipotesi creerebbe una macelleria sociale tra i dipendenti, a causa della sovrapposizione delle filiali e dell’eventuale sommatoria delle due direzioni generali, ma anche una perdita economica verso la clientela, in quanto i finanziamenti alle imprese potrebbero diminuire rispetto alle attuali somme affidate». Per Masi «sarebbe più opportuno procedere sulla strada del risanamento delle due banche venete, per poi aggregarsi eventualmente e successivamente con banche più solide e con un progetto industriale già definito».
Intanto, ieri è stata giornata di consiglio di amministrazione per Veneto Banca, un cda tecnico che ha completato l’ordine del giorno del cda precedente, durante il quale si sono impostate le mosse da affrontare, anche per eliminare la zavorra degli Npl. «In questo momento siamo impegnatissimi nel lavoro di rinascita della banca – ha proseguito Anselmi -: in particolare in un severo taglio dei costi e nella motivazione del personale. In interventi organizzativi sempre all’insegna della sobrietà». E nell’ambito della revisione strategica e organizzativa si inserisce anche la visita dei rappresentanti della Bce che ieri erano a Montebelluna: «È stata una visita ordinaria in cui è stata fatta la pianificazione dei lavori – ancora il presidente -, in cui sono state spiegate al nuovo consiglio le modalità per interagire. Tenga conto che siamo a capo di questa banca solo dal 10 agosto». Probabile che gli ispettori della Banca centrale europea abbiano chiesto lumi non solo sui piani di rilancio ma anche sui risultati della semestrale, che dovrà essere approvata tra pochi giorni. Attualmente, dopo l’impegno di Atlante (proprietario del 97,64% dell’azionariato), il Cet1 ratio della banca è andato oltre l’11%, il Tier1 all’11,62% e il Total capital ratio al 13,43%. Veneto Banca a fine maggio aveva un Lcr del 63,42%, mentre a inizio giugno l’indice di liquidità disponibile era sceso al 61%.
Di Katy Mandurino, da Il Sole 24 ore


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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