Frutta nelle scuole e guerra delle mele. Manzato: cambiare le regole, ma non in corsa
Venerdi 19 Ottobre 2012 alle 12:47 | 0 commenti
Regione Veneto  - "Il programma ministeriale richiede probabilmente nuove regole di attuazione, per avvicinare ancor più anche fisicamente i ragazzi alla frutta e verdura di stagione del loro territorio. Voler cambiare le regole in corsa fa solo male ai produttori e al progetto stesso". L'assessore all'agricoltura del Veneto Franco Manzato è sorpreso per le inaspettate pieghe che ha preso la vicenda delle modalità di attuazione di "Frutta nelle Scuole" nella vicina Provincia autonoma di Trento.
I produttori trentini erano inizialmente rimasti fuori dalla fornitura di mele, decisa con regolare gara d'appalto e, per questo, gli istituti scolastici della provincia erano stati formalmente invitati dall'assessore all'istruzione a ritirarsi dall'iniziativa. Conclusione: i produttori trentini sono rientrati dalla finestra e procureranno circa il 70 per cento della fornitura locale. A scapito però dei produttori veneti, "vittime di una guerra delle mele che non fa bene a nessuno - sottolinea Manzato - a partire dai ragazzi e dai responsabili scolastici, per finire con le imprese agricole e i programmi di confezionamento e distribuzione".
"Noi abbiamo voluto chiudere la questione subito, trovando un accordo con la Provincia di Trento, perché sappiamo che l'obiettivo è il benessere dei ragazzi. Tuttavia aprire in corsa una diatriba per motivi di bottega - aggiunge Manzato - non sta bene: i nostri produttori sono rimasti fuori da passati appalti per "Frutta nelle scuole", ma non abbiamo mai pensato di cambiare le carte in tavola danneggiando altri, nè di creare fumo o polemiche. Se le regole ci sono, vanno rispettate, al di là di quelle che potevano essere le aspettative".
"Meglio abbassare i toni e non rimpallare accuse - conclude Manzato - e piuttosto operiamo a monte: iniziative di questo genere devono privilegiare i prodotti a km zero, peraltro valorizzati dal Veneto con una propria legge. Evidentemente a qualcuno otto lotti locali di due o tre regioni ciascuno vanno stretti. Chiederò, e spero di avere su questo ampie adesioni, che le forniture vengano affidate ai livelli istituzionali e produttivi regionali, per avvicinare ancora di più i bambini ai tempi e ai prodotti di territorio e anche per evitare viaggi e tempi morti che caricano frutta e verdura di un non indifferente e non lodevole bagaglio di CO2".
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