Franco: tricolori su ciminiera Boschetti, Montecchio come Serenissimi a Venezia
Sabato 7 Agosto 2010 alle 13:50 | 0 commenti
Sen.Paolo Franco, Lega Nord - "La vicenda dell'esposizione delle bandiere tricolori sulla ciminiera Boschetti a Montecchio Maggiore non può non far tornare alla mente l'azione svolta a Venezia dai "Serenissimi", nel 1997, sul campanile di San Marco. -osserva il Senatore Paolo Franco (LN)- Pare che il giornalista de La Repubblica Paolo Rumiz abbia individuato gli autori del gesto, particolarmente soddisfatti ed orgogliosi per quanto fatto.
Peccato che i "Serenissimi" abbiano pagato con condanne da Paese dittatoriale l'affissione della bandiera veneta sul campanile di San Marco. Ricordo i 5 anni e 3 mesi inflitti a Luigi Faccia e i 3 anni e 7 mesi di Giuseppe Segato, il quale peraltro non aveva partecipato all'azione, ma fu condannato in quanto ideologo dell'operazione. Mentre era in carcere Giuseppe Segato si ammalò, e fu portato in ospedale ammanettato in lettiga! Faccia e Segato chiesero la grazia che, dapprima negata dal Ministro della Giustizia Piero Fassino, fu successivamente concessa dal Ministro Roberto Castelli, ma non ottenne la firma del Presidente della Repubblica".
"Non chiedo che gli scalatori della ciminiera Boschetti siano perseguiti dalla giustizia (sebbene il reato di vilipendio alla bandiera sussista, accanto a qualche altro: ma sarà compito della Magistratura, eventualmente, occuparsene). -continua il Senatore Franco- Ritengo tuttavia sia giusto evidenziare la doppiezza di molti personaggi, degli stessi Paolo Rumiz e Bepi De Marzi, i quali tronfi per la violazione compiuta a Montecchio Maggiore, dimostrano la pochezza di una italianità priva di spessore e consistenza. Pensiamo a quanto dichiarato dagli stessi scalatori: "..se Garibaldi tornasse oggi farebbe una strepitosa maggioranza!".
"Io credo invece che, al nord come al sud, se Garibaldi potesse tornare sarebbe, come minimo, investito da brutte parole. -conclude il Senatore Paolo Franco- Ma ciò che conta, purtroppo, è il gravissimo vuoto politico e culturale nel quale si crogiolano coloro che, non riuscendo a guardare al futuro, si affidano ad un lontano ed oramai poco comprensibile passato".
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