Forni crematori in Veneto, M5s: la Regione provvederà a redigere un piano di ubicazione degli impianti
Giovedi 17 Novembre 2016 alle 11:26 | 0 commenti
Maria Pia Dall’Armellina, consigliere comunale M5s di Noventa Vicentina
Il Consigliere Manuel Brusco, nell’incontro svoltosi il 16 novembre con l’assessore Coletto, ha illustrato la problematica della costruzione diffusa di forni crematori che si sta profilando in Veneto. Diversi Comuni nella Regione infatti stanno valutando, o hanno già deliberato, la costruzione di un forno crematorio. Si ricorda la complessità tecnologica e la particolarità del servizio di questa tipologia di impianto che viene annoverato tra quelli produttori di diossina. Ho chiesto che la Regione si attivi per emanare una circolare di sospensione ai Comuni in merito all’accoglimento di questi progetti proposti in project financing. Il Comune di Noventa Vicentina in particolare, sta ancora valutando se realizzare o meno la delibera approvata nel luglio scorso per la costruzione di un impianto di cremazione.
Il consigliere Manuel Brusco ha chiesto se la Regione intende adempiere all’art 6 della Legge 130 del 2001 che prevede un piano di ubicazione regionale degli impianti in base alla popolazione della Regione, al tasso di mortalità , alla richiesta del servizio di cremazione, ai forni crematori già presenti. L’assessore ha risposto che ha già avviato un processo di raccolta dati per ogni provincia in modo da avere tutte le informazioni necessarie a redigere un piano efficace.
Speriamo dunque che al più presto la Regione predisponga delle adeguate direttive e i portavoce del Movimento 5 stelle hanno ribadito la necessità di attivare, nel frattempo, dei provvedimenti a breve termine per impedire che ogni Comune costruisca un suo forno crematorio. Se non si interviene nell'immediato si profila infatti, come in passato per gli inceneritori, il rischio che, in una ottica futura di attivazione del servizio, tali forni potrebbero cessare la loro attività per un mancato numero di salme da cremare. Si aggiunge inoltre l’incognita di possibili danni patrimoniali per il Comune derivanti da un incauta gestione del project financing, strumento economico ad oggi in fase di recente revisione normativa.
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