Fondi Ue, Ciambetti: seguiamo tabella marcia ed esigenze economia con Patto per Veneto
Sabato 19 Maggio 2012 alle 14:52 | 0 commenti
Regione Veneto - "La programmazione dei fondi comunitari 2007-2113 sta giungendo al termine di un lungo percorso iniziato nel settembre 2007 quando la Commissione europea approvò il programma proposto dal Veneto: se mai vi fossero ritardi questi non sarebbero frutto dell'inerzia dell'ultimo biennio, ma risultato di un percorso che inizia, con regole e disponibilità economiche, ben diverse dalle attuali, cinque anni or sono". Lo sottolinea l'assessore regionale al bilancio intervenendo sulle polemiche relative ai fondi europei nel Veneto.
"Ritardi, tuttavia e nonostante non pochi problemi- aggiunge l'assessore -, non ve ne sono: a fronte di una soglia obiettivo di pagamenti imposta al Veneto dal Ministero dello sviluppo economico al 31 maggio 2012 per 126.761.091,76 euro, presentiamo una proposta di certificazione da inviare alla Commissione Europea pari a 131.239.668,15 euro, cioè una spesa maggiore del 3.58 per cento rispetto a quanto richiesto. Il risultato è dunque positivo, pure in un quadro in cui l'utilizzo dei fondi strutturali europei è problematico, non solo in Veneto, a causa dei limiti di spesa imposti dal Patto di Stabilità , che costituisce un nodo non marginale e di non semplice soluzione. Non a caso abbiamo chiesto ripetutamente al governo che i fondi regionali da investire per attivare le risorse comunitarie non vengano compresi nei tetti del Patto di stabilità , cosa che crea non poche disfunzioni".
Entrando nel merito tecnico, l'assessore sottolinea che "Il dato relativo alle risorse impegnate riportato nel rapporto inviato al Consiglio regionale il 9 maggio scorso, su cui alcuni polemizzano, si riferisce alle risorse impegnate dai beneficiari, cioè da chi attua gli interventi sul territorio a fronte dei quali l'impegno contabile operato dalla Regione è ben maggiore. Ecco spiegata la divaricazione degli impegni a bilancio regionale di 315 milioni di euro al 2 maggio 2012 a fronte di un dato di impegno dei beneficiari di 255.212.671,02 euro. Interessante è notare - aggiunge - come rispetto al 31.12.2011 registriamo un passaggio di spesa nel volgere di quattro mesi da 217.855.695,69 euro a 255.212.671,02 euro con un incremento del 17 per cento, per circa 37 milioni di euro in più di investimenti, che non è esattamente sintomo di inerzia".
"Ribadiamo - prosegue l'assessore - che nei progetti messi a bando i fondi regionali previsti non sempre vengono impegnati a bilancio, perché, come impone la norma di legge, verranno formalmente iscritti quando saranno approvati gli interventi messi in gara e dunque si conosceranno i beneficiari. Ma ciò non toglie che l'iter operativo sia già iniziato. Ci sono poi i cosiddetti interventi a regia regionale approvati dal tavolo di partenariato, rispetto ai quali l'Amministrazione ha assunto e condiviso con i soggetti interessati l'impegno a realizzare determinati interventi ritenuti strategici per il territorio: la somma delle diverse tipologie di intervento previste determina le risorse sulle quali l'Amministrazione si è, sia pur in termini diversi impegnata, e da ciò abbiamo introdotto il concetto di "prenotazione di spesa", che non cela sotterfugi ma indica il quadro reale degli interventi, per cui si arriva ad un ammontare complessivo di risorse pari ad 380.888.064,06 euro (dato al 2.05.2012)". "Alcuni - secondo l'assessore al bilancio - hanno frainteso i tempi del Patto per il Veneto, che, finanziato in parte e non totalmente con risorse UE, prevede una serie di interventi da realizzarsi entro il 2013, non entro il 2020. Il 2020 è la prospettiva: gli interventi che ora stiamo programmando ed attuando sono funzionali al raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020.
E' vero, invece, che esistono diverse velocità nell'impegno dei fondi a seconda degli assi del Programma Operativo Regionale (Por) con alcuni settori che sono più performanti e altri meno e ciò impone, nell'ottica dell'ottimizzazione, una riflessione sulla gerarchia, sulle responsabilità di gestione o sull'accentramento nella regia gestionale dell'intero programma".
"Infine - conclude l'assessore - un'ultima considerazione sull'organico di personale e il ricorso a contratti a tempo determinato, che non sono esattamente una anomalia in quanto previsti dal Programma Operativo; più generalmente, le norme di legge impongono agli enti locali, Regione compresa, rigidissimi vincoli per l'assunzione di personale e di relativa spesa e ciò ha portato a situazioni di sofferenza in molte piante organiche. Noi non possiamo permetterci il lusso di assumere 30 camminatori, commessi incaricati di portare le pratiche da un ufficio all'altro, come è avvenuto l'altro giorno nella Regione Sicilia, né possiamo fare infornate di nuovi dipendenti. Dobbiamo fare di necessità virtù, ma siamo ben lontani dal non usare i fondi comunitari, che proprio grazie al Patto per il Veneto, invece, con la cooperazione con l'imprenditoria e sindacato conoscono proprio in questi mesi una destinazione concretamente utile".
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