Fondi per formazione della Regione Veneto: nel "sistema" Elena Donazzan - Santo Romano per Berlato spicca il presunto "Clan Romano"
Mercoledi 17 Febbraio 2016 alle 23:10 | 0 commenti
Fondi per la formazione della Regione Veneto - parte III
«Fondi per la formazione della Regione Veneto: scaramucce personali tra Donazzan e Berlato o l'ennesimo scandalo veneto?», così titolavamo domenica, 14 febbraio, per poi approfondire martedì 16 con «Fondi per la formazione della Regione Veneto: "il sistema" Elena Donazzan - Santo Romano messo sotto accusa da Sergio Berlato» la nostra "ricerca" sulla decennale questione dei fondi regionali per la formazione, che in passato avevamo iniziato «nel silenzio degli altri media e, ovviamente, della principale "accusata" politica, e non solo, l'assessore alla formazione Elena Donazzan».
Nella vicenda che coinvolge la "patriota" di Pove, che non si libera dalle nostalgie per la Rsi, attacca gli omosessuali e gli immigrati, che nasce in AN, per poi andare in FI e da molti anni, comunque, è "aassessorilmente" fedele a Zaia, di sicuro influiscono anche le "scaramucce" incancrenite con Sergio Berlato, il suo accusatore, a cui la sua "figlioccia" politica voltò le spalle quando l'ex europarlamentare ora capogruppo di FdI AN in regione «puntò l'indice contro il sistema Sartori - Galan»
Ma siccome non ci interessano le faide politiche, ma molto di più la denuncia documentata di eventuali malefatte, oggi abbiamo fondati motivi per temere che ammuffisca in qualche scaffale, non si sa se della Giunta o della Procura, senza che le autorità competenti indaghino e decidano se le accuse sono vere o false, il «dossier di oltre 500 pagine, "un atto di accusa ampiamente strutturato verso il sistema di gestione e di controllo dei fondi destinati alle scuole di formazione" depositato lo scorso ottobre dal consigliere di maggioranza Sergio Berlato al presidente della Regione Luca Zaia, al presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti e al presidente della Quarta Commissione Consiliare Giampiero Possamai» e di cui, infatti, «non se ne è saputo più nulla mediaticamente e, soprattutto, a Palazzo Balbi dopo le prime assicurazioni da parte dei suoi vertici politici che sarebbe stato consegnato da loro stessi alle autorità competenti».
Partendo, quindi dalle premesse di domenica, dagli approfondimenti di martedì e permanendo il silenzio di Elena Donazzan di fronte alle domande che le abbiamo fatto direttamente e che abbiamo pubblicato sempre domenica, nella III parte della disamina delle accuse contenute nel dossier Berlato il nostro Pietro Rossi illustra ora proprio quello che viene definito come il, presunto, "Clan Romano".
Il direttore
Il presunto "Clan Romano"
di Pietro Rossi
Con l'arrivo, nel gennaio 2008, del dirigente Romano, successivamente Commissario all'istruzione formazione e lavoro, sembrerebbe che si siano concentrati attorno alla sua figura, tutti i finanziamenti provenienti dalle risorse europee, nazionali e regionali previsti per la formazione. Quello che nel dossier viene definito il "Clan Romano" sarebbe un sistema che ha come base il controllo di tutti i funzionari e i quadri intermedi del SiGeCo*. L'ufficio principale per la gestione dei fondi ha a capo la dottoressa Lara Lupinc, conosciuta da Romano nel 2000. Lupinc sarebbe sotto contratto "a progetto", sempre rinnovato da Veneto Lavoro, che raggiungerebbe anche compensi netti mensili di circa 4500 euro. A parte il compenso, la domanda che i redattori del faldone si pongono è semplice: può qualcuno senza vincoli di subordinazione preparare bandi di milioni di euro?
Altro ufficio importante che farebbe parte del sistema è l'Ufficio accreditamento enti di formazione. Un ufficio cruciale per chi vuole accedere ai finanziamenti, un ufficio che decide chi entra e chi esce. La struttura ha come responsabile organizzativa la dottoressa Claudia Bettin, vecchia collega di Romano negli uffici della Direzione Lavoro. Il suo compito di controllo e di mantenimento dell'accreditamento è affiancato da quattro liberi professionisti esterni che però sembra siano al loro posto, negli uffici regionali, da quasi 14 anni. Tra questi c'è il dottor Gian Salva Rosana, proviene dal mondo della formazione dell'area Comunione e Liberazione, che attualmente sembra avere un contratto in scadenza come cocopro con Veneto Lavoro, che lo ha distaccato presso l'ufficio accreditamento. A quanto pare il suo contratto prevede l'incompatibilità a fornire servizi a enti formativi che controlla. Il dossier lo indicherebbe invece come docente di lingua araba a UNICIELS SRL, ente di formazione accreditato dalla Regione Veneto e beneficiario di finanziamenti sia nel 2012 che nel 2013. Inoltre, per Rosana, ci sarebbe anche un'altra consulenza trasversale: il contratto ottenuto dall'Esu di Padova, ente della Regione, per una collaborazione come coordinatore di un progetto finanziata dall'Unione Europea. Altri due consulenti esterni dell'Ufficio Accreditamento, provenienti entrambi sempre dall'area Comunione e Liberazione, sono il dottor Marco Giorio e l'ingegnere Andrea Rodighiero. Due consulenti che, a quanto sembra, sono soci e collaboratori della SOGESCA Srl di Padova, società specializzata in certificazione di qualità e accreditamento degli enti di formazione. Sempre dalla SOGESCA pare provenire anche Anna Maria Colturato, l'ultima auditor dell'ufficio accreditamento.
A seguire parte IV
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*Sistema di Gestione e Controllo (SiGeCo) delle risorse destinate alla formazione
Come funziona e i tre principali problemi
Secondo il “dossier Berlatoâ€
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-     SiGeCo 2014-2020 della Regione Veneto Stabilisce i rapporti organizzativi tra gli organismi partecipanti al sistema di gestione e di controllo dei bandi per l'ottenimento dei Fondi europeeI e regionali e le amministrazioni centrali di competenza.
-Â Â Â Â Â Le amministrazioni centrali di competenza sono:
-     Autorità di gestione. Diretta da Santo Romano – Responsabilità della buona esecuzione per la destinazione dei fondi.
-     Autorità di Audit – Responsabilità pianificazioni attività di controllo.
-     Autorità di certificazione. Diretta da Mauro Trapani - Responsabilità di redigere e presentare alla Commissione Europea le dichiarazioni periodiche di spesa e la dichiarazione dei conti annuali
-     Autorità ambientale – Responsabilità di promuovere l’integrazione della componente ambientale in tutti i settori di azione dei fondi.
Secondo il dossier ci sarebbe una falla sui controlli che permetterebbe l'accesso ai fondi solo a certi enti “amiciâ€. Il problema sui controlli sarebbe relativo al fatto che:
-     Il SiGeCo non indicherebbe compiti, scopi e funzioni dell’autorità di Audit, omettendo le sue procedure e funzioni.
-     Non sarebbe correttamente applicato il principio di separazione poiché l’autorità di Audit avvierebbe in autonomia le verifiche di 2° livello (con la partecipazione di una società esterna)
-Â Â Â Â Â Il SiGeCo non approfondirebbe le indagini sulle procedure di controllo per l'erogazione dei fondi e sui criteri di attivazione
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