Quotidiano | Rassegna stampa | Categorie: Banche

Folco Finanziaria Immobiliare rischia la bancarotta, aveva 38 milioni in azioni Veneto Banca e BPVi

Di Rassegna Stampa Giovedi 17 Novembre 2016 alle 09:29 | 0 commenti

ArticleImage

C’è chi ha investito i risparmi in azioni Veneto Banca e c’è chi ha comprato titoli della Vicenza. In entrambi i casi soldi bruciati. Ma c’è anche chi ha creduto in tutte e due e aveva un portafoglio di 38 milioni di euro investito nelle due banche venete. Un doppio gravissimo flop. Quella della Folco Finanziaria Immobiliare è il caso più eclatante di doppia esposizione sulle due banche venete. Tra i grandi soci è l’unico che aveva investito su entrambe. E da molti anni. Oggi non c’è più niente. Quei 16 milioni in titoli Veneto Banca e quei 22 milioni in azioni della Popolare vicentina non valgono più nulla.

E ora la holding di partecipazioni fondata dall’ex imprenditore tessile vicentino Giancarlo Folco, scomparso nel 2011, e gestita da allora dall’erede Gaia Francesca Folco, rischia la bancarotta. Già perchè quei 38 milioni evaporati valevano sulla carta la metà dell’intero portafoglio di investimento della cassaforte di famiglia. Con la svalutazione che verrà compiuta nel bilancio di quest’anno, il patrimonio andrà in rosso a fronte di debiti con le banche per oltre 70 milioni. Una fine impietosa per l’erede dell’importante famiglia veneta con il padre Giancarlo che si era disimpegnato dall’attività imprenditoriale per investire i suoi averi in una holding finanziaria che avrebbe assicurato fortuna e vita agiata agli eredi. Ma sbaglia chi pensa che si sia trattato di un’avventura speculativa. È l’emblema invece del rapporto spesso vischioso tra imprenditoria e banche locali. Lo scomparso Folco era un protagonista delle vita economica del veneto. Già socio importante di AntonVeneta e poi vice-presidente della banca, finita poi nelle braccia di Mps, aveva investito da anni sulle due banche del territorio. Gli acquisti risalgono agli anni in cui i titoli valevano poco più di 20 euro. Era con gli occhi di allora un investimento protetto. Il valore delle azioni era rivalutato ogni anno con precisione millimetrica e si incassavano dividendi. Folco accumulerà lentamente nel tempo pacchetti azionari come se fossero dei bond. In fondo Zonin e Consorte rassicuravano ogni anno con la rivalutazione del titolo sulla bontà dell’investimento. Certo aver messo la metà del portafoglio investito (un’ottantina di milioni) solo su due titoli dice dell’imperizia nella diversificazione del rischio dell’ex re della lana di Montecchio. A spingere così forte nell’assumere posizioni sempre più importanti c’è d’altro canto il fatto che buona parte dei debiti contratti dalla Folco Finanziaria fossero proprio con le due banche locali. E qui siamo a quel copione ormai noto di finanziamenti a fronte di acquisti di titoli. Eppure l’erede, la figlia Gaia Francesca, ha provato a sciogliere quel nodo. E l’ha fatto in tempi non sospetti. A marzo e maggio del 2013 richiede ripetutamente a Veneto banca di vendere le azioni. Non solo con la vendita si impegna anche a rimborsare alla banca il fido. Non arriverà mai nessuna risposta e l’ordine di vendita risulterà inevaso. Ora Folco ha avviato una causa contro la banca di Montebelluna, patrocinata dallo Studio Legale Rocca di Milano che vanta una lunga esperienza in azioni risarcitorie. Un passo più che dovuto per chi oggi si trova a combattere contro un crac. La strada però sarà lunga e difficile.
Di Fabio Pavesi, da Il Sole 24 Ore


Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network