Flash su Cossiga veneto con Rumor, Bisaglia ...
Domenica 22 Agosto 2010 alle 23:40 | 0 commenti
Francesco Cossiga imputava a Mariano Rumor "il merito, o la colpa, da scontare in Purgatorio, se non ha abbandonato giovanissimo la politica" (Orazio Carruba e Piero Piccoli nel loro saggio su "Mariano Rumor, da Monte Berico a Palazzo Chigi"). Era stato, infatti, il più grande politico vicentino, il democristiano Mariano Rumor, a convincere il neo dottore in Giurisprudenza a dedicarsi alla politica invece che alla carriera universitaria.
Edoardo Pittalis (ex vice direttore del Gazzettino), in uno dei primi ritratti di Cossiga presidente, conferma l'informazione: Amintore inviò in Sardegna Mariano Rumor per ammansire la posizione dei "giovani turchi", un gruppo di intellettuali che guidati da Antonio Segni stavano risvegliano la vita politica sarda all'inizio degli anni 50.
Rumor incontrò Francesco Cossiga proprio nella sua casa e da quell'incontro decollò storicamente la carriera del presidente emerito della Repubblica appena scomparso e che con altri giovani sassaresi voleva il riscatto della terra sarda. La Sardegna era la regione con minore densità abitativa d'Italia e nel gennaio del '49 deputati Dc del Veneto andarono ad Olbia per un progetto di immigrazione di coloni veneti, poi senza seguito.
Quando nascono i "dorotei", nel convento appunto delle Suore Dorotee alle pendici del Gianicolo, c'era anche Cossiga ad organizzare l'incontro poi ratificato, a casa di Elisabetta Conci, con l'on. Dal Falco, un altro veneto, e a decidere l'abbandono di Fanfani alla fine degli anni Cinquanta.
E Rumor, appena giunto in vacanza a Tonezza, viene chiamato proprio da Cossiga nell'agosto del '64 perché rientri a Roma quando Antonio Segni, presidente della Repubblica, viene colpito da trombosi cerebrale.
Infine a far conoscere, nei salotti della capitale, a Antonio Bisaglia l'affascinante Romilda Bollati di Saint Pierre, che sarebbe diventata la moglie dell'esponente doroteo rodigino, sarà ancora Cossiga, che per le sue successive picconate utilizzò spesso, a firma imperitura del suo speciale rapporto con la terra veneta, proprio Asiago, Tonezza e Cortina.Â
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