Finco e Donazzan solidali col vicentino Ermes Mattielli condannato a risarcire i ladri
Giovedi 5 Luglio 2012 alle 22:35 | 2 commenti
Nicola Finco, Lega Nord - Il consigliere leghista vicentino commenta la sentenza odierna che condanna Ermes Mattielli. Imprenditore condannato a risarcire i ladri, Finco: "paese che gira al contrario, Mattiello vittima due volte"
"Siamo al delirio pieno: un imprenditore che spara e ferisce a due ladri nomadi, entrati nella sua azienda, viene condannato a risarcirli con 120.000 euro. Cosa doveva fare? Farsi ammazzare a sprangate?".
Il consigliere leghista Nicola Finco interviene per manifestare la propria solidarietà a Ermes Mattielli, il 57enne di Arsero destinatario di una condanna a un anno e al pagamento di una provvisionale ai due malviventi.
"Questi due soggetti - dichiara Finco -, una volta sorpresi lo avevano minacciato con delle spranghe. Ma nella sentenza si dice che il pericolo non sarebbe stato tale da giustificare gli spari che Mattielli ha esploso per allontanare i ladri. Mi chiedo cosa dobbiamo fare per tutelare la nostra proprietà violata, farci ammazzare?".
"Pieno sostegno quindi a Mattielli - conclude Finco - che a parer mio ha fatto non bene, ma benissimo a reagire in quel modo, e che mi auguro sia riconosciuto innocente in Appello. Per non ritrovarsi vittima due volte: la prima dei ladri, la seconda della ‘Giustizia' di questo strano paese che gira al contrario".
Elena Donazzan, Regione Veneto - Assessore Donazzan: solidarietà e rabbia a uomo che sparò a ladri e deve risarcirli, è vittima di ingiustizia
"Solidarietà e rabbia, è vittima di un'ingiustizia". Sono queste le parole di Elena Donazzan, assessore alla Formazione e al Lavoro della Regione del Veneto , in una lettera che ha inviato questa mattina a Ermes Mattielli, l'uomo condannato ad un anno di reclusione per avere sparato 14 colpi di pistola il 13 giugno 2006, ferendo gravemente due nomadi che si erano intrufolati nel suo deposito di robivecchi a Scalini di Arsiero (Vi).
" La casa ed il lavoro- ha precisato Donazzan nella missiva- sono sacri e vale la pena difenderli sempre, e lascia esterrefatti che chi amministra la giustizia e la interpreta sia a favore del carnefice e non della vittima". "Così- ha concluso Donazzan- più che sentirsi difesi dallo Stato, ci si sente ancora una volta vittime".
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