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Figli della lupa, a scuola in uniforme

Di Giuliano Corà Domenica 5 Settembre 2010 alle 21:15 | 0 commenti

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I problemi della scuola non sono le classi di 35 alunni, in cui la qualità dell'insegnamento si ridurrà ad una barzelletta, e ragazzi in difficoltà, handicappati e stranieri potranno andare a ****** perché nessuno potrà più badargli. Non è nemmeno il tempo pieno, che Miss Riforma Epocale dice che è aumentato e chi lavora nella scuola invece dice che è sparito, e uno dei due dev'essersi fumato qualcosa di speciale.

Non sono nemmeno le scuole in cui dal 1965, data dell'inaugurazione, non viene più comprato un solo arredo, e mancano duecento sedie, e i ragazzi devono portarsi la cadrega - rigorosamente padana - da casa, come durante la guerra il ciocco per far andare la stufa.
Niente di tutto questo.
Il problema è che adesso a scuola bisogna andarci tutti vestiti uguali, ognuno con la sua bella divisetta (comprata dalla famiglia, naturalmente), allineati e coperti, come in Cina, come in Nord Corea, come in Iran.
E naturalmente, indovinate un po' quale scuola padana si è dimostrata più sensibile a queste nuove istanze didattiche? Ma naturalmente quella di Montecchio Maggiore (VI). Ve lo ricordate Montecchio, vero? È quel ridente paesino del vicentino che in primavera mise a pane e acqua i ragazzi più poveri che non avevano pagato la mensa. Ora la Dirigente della scuola ha voluto cavalcare anche questa nuova battaglia di civiltà, ed anzi ha già avvertito che contro quegli studenti che non indosseranno la felpa d'ordinanza "il Consiglio di Classe prenderà provvedimenti" (GdV, 4/9/10).
Che poi questa bella pensata sia stata adottata in una scuola intitolata ad Anna Frank, una che di divise nella sua breve vita ne ha viste anche troppe, fa correre qualche brividino lungo la schiena: speriamo almeno che le felpe non siano di colore bruno.
Poscritto.
Siccome siamo sì in Padania, lontani da Roma Ladrona, ma pur sempre in Italia, pare che non siano del tutto chiare le ragioni per cui dette felpe si potranno comprare in un certo negozio piuttosto che in altri, e che le spiegazioni della suddetta Dirigente in merito non abbiano convinto proprio tutti.
Ma che importa: basta che a venderle non sia qualche vucumprà marocchino in giro per le strade di Montecchio, e per il resto siamo a posto.
Aridatece Giovanni Gentile.

Leggi tutti gli articoli su: Montecchio Maggiore, Uniforme, nna Frank, Giovanni Gentile

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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