Fiere Vicenza e Rimini, l'analisi de Il Sole 24 ore sul processo di quotazione in Borsa
Venerdi 12 Ottobre 2018 alle 11:43 | 0 commenti
La Fiera di Rimini e Vicenza, riunite in Italian Exhibition Group, prosegue la strada per il debutto a Piazza Affari entro metà novembre. La tabella di marcia non è rallentata, malgrado la situazione volatile dei mercati finanziari, complice la complessa situazione politica italiana. Il gruppo guidato da Ugo Ravanelli sta attendendo di avere i via libera di Consob e Borsa Italiana dopo avere presentato i necessari documenti alle Authority. L'iter sta seguendo il calendario iniziato a maggio, assieme ai due joint global coordinator Equita e Intermonte e all'advisor Alantra. L'attività di marketing con gli investitori dovrebbe iniziare dopo metà ottobre.
L'operazione, secondo le attese, prevede un'operazione mista: per due terzi in aumento di capitale e per un terzo tramite vendita di soci esistenti. L'azionariato di leg si compone. attualmente di istituzioni territoriali e del sistema delle imprese: Rimini Congressi, controllato da Rimini Holding (35,58%), dalla Camera di Commercio della Romagna (32,50%) e dalla Provincia di Rimini (31,92%), detiene attualmente il 65,07% del capitale sociale. Vicenza Holding, controllato dal Comune, dalla Camera di Commercio e dalla Provincia di Vicenza, possiede una quota del 19%; altri azionisti detengono i restanti pacchetti di minoranza. L'attuale compagine deriva dall'operazione di due anni fa tramite la quale la Fiera di Rimini ha acquisito quella di Vicenza tramite un aumento capitale.
A vendere parte della quota saranno le istituzioni riminesi che ora hanno una partecipazione del 65 per cento.
Ieg è il primo player in Italia nell'organizzazione di fiere di proprietà , nato appunto due anni fa dall'unione della Fiera di Rimini con la Fiera di Vicenza: tra gli eventi ci sono ad esempio Ttg, Ecomondo, VicenzaOro, Rimini Wellness, Sigep.
La società ha realizzato nel 2017 ricavi totali consolidati per 130,7 milioni di euro, con una crescita del 43,6% rispetto ai 91 milioni realizzati nel 2016, principalmente dovuta all'acquisizione di Fiera di Vicenza e più in generale alla crescita dell'attività fieristica.
La redditivitÃ
II margine operativo lordo (Ebitda) consolidato dei gruppo fieristico si è attestato a 23,2 milioni di euro, pari ad un Ebitda margin dei 17,8 per cento.
Nello specifico, i ricavi per gli eventi fieristici organizzati sono stati pari a 86,8 milioni (+69,3% rispetto al 2016), quelli per gli eventi fieristici ospitati 1,6 milioni (+11,4%), per gli eventi congressuali 14,1 milioni (+7,3%), per i servizi correlati 22,3 milioni (+11,2%), per editoria, eventi sportivi e altre attività 5,8 milioni (+15,7%).
La maggioranza del fatturato di Ieg è generata in Italia. C'è da dire che, nella fase attuale di Mercato, gli investitori esteri sembrano apprezzare soprattutto le società con una forte esposizione del business all'export. L'attività di leg, in grande maggioranza casalinga, potrebbe dunque rappresentare un freno all'interesse degli investitori istituzionali in vista dell'Ipo?
«Siamo una società che genera i propri ricavi in Italia - spiega Ravanelli - ma con una forte propensione all'estero. Quasi tutti gli eventi organizzati hanno una caratteristica di forte internazionalità : con grande presenza di espositori e visitatori stranieri. Inoltre abbiamo un business molto diverso dal resto delle Fiere in Italia e più simile a quello di alcuni competitor europei: le 36 fiere di proprietà organizzate rappresentano il 70% del giro d'affari del gruppo».
I soldi incassati dall'Ipo, se tutto andrà secondo le attese, serviranno al piano di sviluppo dell'azienda, anche se il business plan è già stato definito. Ieg potrebbe inoltre diventare la piattaforma quotata aggregante di altre fiere nazionali non quotate: Parma, Verona e Bologna. «Il consolidamento del settore è un passo necessario - continua Ravanelli -. L'obiettivo è una sempre maggiore internazionalizzazione, a maggior ragione in un contesto dove le istituzioni pubbliche hanno minore capacità di investire nelle fiere di cui sono azionisti».
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