Fiera, Rimini la pappa e Vicenza avrà solo il 19% di Italian Exhibition Group. Aim è ora l'unico presidio industriale pubblico vicentino mentre Achille Variati cicca presentazione a Venezia di "Vicenza. La città sbancata"
Mercoledi 12 Ottobre 2016 alle 10:40 | 0 commenti
Pubblicato ieri alle 14.40. Aggiornamento di oggi alle 10.40 in collaborazione con Sara Todisco.
L'assessore alle Risorse economiche e alle politiche del lavoro, Michela Cavalieri, ha annunciato ieri mattina 11 ottobre l'approvazione della Giunta di quanto da noi anticipato il 1° ottobre in merito la fusione di Fiera di Vicenza e Fiera di Rimini che di fatto farà partire l'iter amministrativo che si concluderà entro la fine di questo ottobre consegnando alla città romagnola un pezzo di Vicenza.Â
Achille Variati non ha protestato di certo per la data di un annuncio così importante a cui sarebbe stato assente per "impegni a Roma", così come lo è stato, assente, lui come ogni altro membro della sua Giunta, pur se invitato anche come presidente della Provincia dal presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, e dal consigliere regionale Maurizio Conte, per giunta vicino all'amico del nostro sindaco, Flavio Tosi, alla presentazione in Regione del nostro libro testimonianza sul flop della Banca Popolare di Vicenza, "Vicenza. La città sbancata".
E non appare un caso che la presentazione, ciccata dal politico vicentino, sia stata osteggiata fino all'ultimo da una assessora nota frequentatrice dei poteri, poi finiti, non tutti ancora, come sono finiti, oltre che "evitata" da una amministrazione vicentina, che così conferma la sua vicinanza al sistema denunciata tempo fa anche dal vice sindaco Jacopo Bulgarini d'Elci.
"Siamo in un mercato globale" dichiara l'assessore Cavalieri da sola quindi sull'addio di aftto ad un altro pezzo di Vicenza, "la fusione è necessaria perché rimanere soli sarebbe rischioso per Fiera di Vicenza". E per stare nel mercato la Fiera di Vicenza sarà assorbita di fatto da quella di Rimini nella nuova società che comprende entrambe, Italian Exhibition Group, in cui l'amministrazione comunale sarà socia al 19% invece che... all'ottimistico 20% che avevamo previsto il 1° ottobre lasciando, quindi, al solo gruppo Aim il compito di rappresentare quel che resta dell'imprenditoria pubblica comunale. A meno che non prevalgano le voci e gli interessi, di politici locali e di aggregazioni private, che vorrebbero anche Aim divenatre una provincia della bolognese Hera.
Dopo l'aggregazione non andata a buon fine con la Fiera di Verona, Vicenza ha trovato dunque nella Fiera di Rimini la sua alleata, dicono Cavalieri e l'amministrazione Variati, di fatto la sua compratrice, "leggiamo noi", diventando un'unica entità giuridica al fine di raggiungere sinergie economiche, industriali ed operative. "L'obiettivo" dichiara l'assessore Cavalieri, "è quello di diventare leader nel mercato. Siamo seconde a Milano ma siamo in prima posizione in quanto a esposizioni proprie". E di questo aspetto l'assessore ha intenzione di approfittare, come dichiara, per rafforzare i legami con il territorio vicentino, sfruttando anche la struttura fieristica di più e meglio di come sarebbe stato fatto ora (dalla gestione di Matteo Marzotto che da presidente di Vicenza verrà promosso vice del ben più grande Italian Exhibition Group?) e anche come indotto supplendo ai molti visitatori che richiamerà Rimini (anche a causa della sua natura balneare).
Altro obiettivo espresso dall'assessore è quello di valorizzare il capitale. "Rimini e Vicenza hanno una buona redditività e un fatturato pari a 35 mln per Vicenza e a 80 mln per Rimini, ma la nostra Fiera deve fare i conti con il debito dell'immobile -strumentale all'attività stessa-. Le due fiere hanno storie diverse e investimenti diversi". Per l'assessore la fusione è dunque un'occasione per diluire il debito, soprattutto verso la Bnaca Popoalre di Vicenza, dal nostro direttore più volte segnalato e mai "corretto" dalle gestione Marzotto, attraverso Rimini, con la quale Vicenza andrà a costruire una realtà complessivamente quattro volte più grande.
La redditività sui valori del 2015 è del 17%, quella attesa è del 19%.
Il quartiere di Fiera di Vicenza, le fiere orafe e i brand resteranno invariati. Nel Cda ci saranno due vicentini tra cui Matteo Marzotto.
Cosa cambierà ? Il nome di Fiera di Vicenza con la fusione sarà mutato in Italian Exhibition Group. Vicenza Holding comprenderà le partecipazioni dei soci, che per il 32,119% appartengono all'amministrazione.
"Il grande obiettivo in comune delle due Fiere" conclude l'assessore Cavalieri, "è poi quello di aprirsi alla Borsa entro un paio di anni".
Maggiori informazioni dal Comune
“Con questa aggregazione Fiera di Vicenza diventa leader a livello nazionale, posizionandosi come primo operatore per manifestazioni proprie e secondo dopo Milano per dimensioni e redditività . Il mercato globale richiede aggregazioni che mettano in moto sinergie importanti. Rimanere da soli oggi sarebbe oltremodo rischiosoâ€. L'annuncio è dell'assessore alle risorse economiche Michela Cavalieri che oggi ha perfezionato la delibera di competenza consiliare per l'aggregazione tra Fiera di Vicenza SPA e Rimini Fiera SPA. L'operazione, avviata alcuni mesi fa dopo l'abbandono dell'ipotesi di aggregazione con Verona, porta alla costituzione di una nuova società , quattro volte più grande di Fiera di Vicenza che vi entra a far parte con la quota del 19% più una serie di garanzie su brand, capitale umano e investimenti.
“L'accordo che abbiamo sottoscritto con Rimini – ha spiegato l'assessore Cavalieri –, e che costituisce la prima operazione di sistema per il mondo fieristico italiano, ci consente di mantenere e rafforzare il legame con il territorio. Ciò avverrà grazie al mantenimento delle manifestazioni orafe a Vicenza, del quartiere fieristico, e di tutti i brand. Contestualmente entriamo in un progetto di sviluppo da cui Vicenza ha solo da guadagnare, a partire dalla possibilità di sviluppare anche nel nostro territorio la convegnistica, campo nel quale Rimini è tra i leader in Italia".
Il soggetto nato dall'integrazione dei due poli fieristici avrà dimensioni di fatturato pari a 119 milioni di euro, una redditività del 19% e un patrimonio netto di più di 100 milioni di euro. La nuova realtà punterà a fungere da soggetto aggregatore per altre realtà fieristiche e guarderà alla borsa nel prossimo biennio.Nel consiglio di amministrazione siederanno due vicentini, tra cui il vice presidente, carica che sarà assunta nel primo mandato da Matteo Marzotto. I soci fondatori saranno rappresentati da un'unica holding, in modo da esprimere con più forza e unità la voce del territorio vicentino.
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