Federabitazione Veneto: soddisfatti per marcia indietro su aumento iva, ora riforma settore edilizia
Giovedi 23 Ottobre 2014 alle 21:14 | 0 commenti
Federabitazione Veneto - È stato bocciato nel corso dell’iter di approvazione del decreto Sblocca-Italia, l’emendamento a firma dei deputati Cinque Stelle, che prevedeva l’aumento dell’Iva dal 4 al 10% sulla vendita delle nuove costruzioni per finanziare la riduzione di aliquota sui lavori di ristrutturazione. «Siamo soddisfatti – annuncia il presidente di Federabitazione Veneto Claudio Pianegonda – l’emendamento non teneva conto dei vincoli comunitari, in più, non era prevista una copertura finanziaria sufficiente dato che per le case di lusso l’aliquota Iva sarebbe scesa dal 22 al 10%».
Pianegonda aggiunge: «Va detto che le ristrutturazioni edilizie sono già incentivate da una detrazione fiscale del 50% del costo dei lavori, comprensivi di Iva, in dieci anni. A godere di questa agevolazione sono stati fino ad ora soprattutto i privati che hanno ristrutturato le loro case: in questo modo è emerso peraltro tanto lavoro nero. Inoltre, le compravendite tra privati nell’ambito della prima casa scontano l’imposta di registro del 2%, sul valore catastale che sovente è molto meno della metà del prezzo».
Il presidente di Federabitazione Veneto però ammette: «Il mondo dell’edilizia e dell’immobiliare necessita comunque di un ripensamento generale. È indubbio che il suo futuro non potrà essere una mera prosecuzione dei modelli del passato, ma dovrà riguardare la rigenerazione urbana, il miglioramento delle zone mal costruite delle città , la messa in sicurezza degli edifici, l’adeguamento a tecnologie per il risparmio energetico e, più in generale, la predisposizione di infrastrutture che trasformino le nostre città in città intelligenti, per l’appunto smart cities». «Non dobbiamo mai dimenticarci – aggiunge Pianegonda – che l’80% del nostro patrimonio edilizio ha più di trent’anni: si tratta di edifici costruiti in altre epoche, assolutamente non in linea con le attuali esigenze, spesso sono anche edifici molto brutti. Abbiamo quartieri e periferie carenti di standard urbanistici: parcheggi, strade strette, poche piazze… La rigenerazione urbana dovrà anche mitigare l’impatto del costruito anche in relazione ai fenomeni derivanti dai cambiamenti climatici».
Pianegonda auspica in tempi brevi «una riforma dell’urbanistica, corredata da una riforma sulla tassazione dei lavori di ristrutturazione, di demolizione e di ricostruzione, nonché sugli atti di compravendita: alcuni sono soggetti ad Iva, altri a imposta di registro. La materia va affrontata in modo globale e le operazioni di rigenerazione urbana vanno sicuramente più incentivate delle piccole ristrutturazioni edilizie. Serve anche una riforma della fiscalità del mercato delle locazioni».
Pianegonda conclude: «Su questo è opportuno che il governo avvii al più presto un tavolo di confronto tra le categorie sociali, i costruttori e le cooperative edilizie, per sentire le proposte e ottenere le valutazioni di tutti».
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