Farsi salvare dalle banche in Italia è facile, a Paolo Biasi basta rappresentarne un socio
Mercoledi 28 Dicembre 2011 alle 00:00 | 0 commenti
Leggere per credere. E poi dicono che c'è il credit crunch per i piccoli imprenditori e che manca liquidità per erogare mutui alle famiglie con reddito ...
Ettore Livini, da "La Repubblica" di martedì 27 dicembre 2011. Milano - Mancano i fondi di Unicredit ed Efibanca, patrimonio in rosso per 75 milioni. Viaggia al ralenti il salvataggio del gruppo Biasi.
L`accordo di ristrutturazione del debito raggiunto a inizio 2011 con Unicredit ed Efibanca è andato ai tempi supplementari, sforando i termini previsti de130 settembre 2011. E Paolo Biasi - numero uno del gruppo di caldaie veronese e presidente di quella Fondazione Cariverona che ha in portafoglio il 4,9% della banca di Piazza Cordusio (N.B. La fondazione, non Biasi, che moneta non ne ha investito ..., ndr) - sta lavorando in questi giorni per garantirsi la finanza necessaria a garantire l`operatività della società .
All'appello fino a poche settimane fa mancavano ancora 5,4 milioni di euro promessi dagli istituti per saldare alcuni debiti commerciali indifferibili, più gli altri 8,4 milioni con cui Unicredit (esposta per 37 milioni) e la merchant controllata dal Banco Popolare (creditrice di 6 milioni) avrebbero dovuto ricapitalizzare una newco in cui far confluire le attività di Bsg caldaie a gas oltre a parte dell`esposizione.
Il paracadute garantito da Piazza Cordusio al numero uno dei suoi principali soci prevede oltre alle nuove linee di credito il congelamento dell`intera esposizione di Biasi, interessi compresi, fino alla fine del 2014. In cambio l'imprenditore scaligero si è impegnato a ricapitalizzare per 2 milioni di euro attraverso una società personale (la Pozzolo) la newco di cui manterrà una quota di minoranza, con il controllo in mano alle banche. Nella newco dovrebbe confluire solo una parte minima del debito, quella compatibile con la capacità eventuale di generare cassa del business.
Il grosso dell`esposizione rimarrebbe invece nella Biasi Spa destinata alla liquidazione, sotto il cui cappello staranno anche tre capannoni industriali dal valore stimato di 33 milioni, e che do vrebbero essere venduti per poi liquidare le banche. Questo passaggio non pare però semplicissimo.
Il mercato immobiliare non vive momenti d`oro e le possibilità di realizzare le cifre sperate non paiono altissime. Unicredit ed Efibanca si sono impegnate però a cedere a Biasi alla cifra simbolica di un euro tutti i loro crediti rimasti insoddisfatti a fine 2014.
La crisi del mercato di riferimento ha messo in ginocchio negli ultimi anni il gruppo scaligero che prima della ristrutturazione ha svalutato una serie di partecipazioni accumulando un patrimonio netto negativo di 75 milioni di euro.
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