Fao, nel mondo 925 milioni di affamati
Martedi 14 Settembre 2010 alle 23:22 | 0 commenti
Rassegna.it - Il numero di coloro che non hanno da mangiare scende sotto la soglia del miliardo, per la prima volta in calo negli ultimi 15 anni.
Ma l'agenzia Onu avverte: "Dato inaccettabilmente alto".
L'obiettivo del 10% sembra un miraggio. Oxfam: "Colpa dei governi"
Oggi sono 925 milioni, l'anno erano oltre un miliardo: per la prima volta negli ultimi quindici anni cala il numero degli affamati nel mondo.
Ma il numero rimane "alto in modo inaccettabile". Anche perché, se dovesse persistere il recente aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, arriveranno ulteriori ostacoli alla lotta per ridurre la fame. È quanto riferisce la Fao, che oggi (14 settembre) ha anticipato i dati del rapporto 2010 che verrà pubblicato in ottobre.
La diminuzione dell'ultimo anno - spiega l'organizzazione delle Nazioni Unite che oggi ha tenuto una conferenza stampa a Roma - è dovuta a migliori condizioni di sicurezza alimentare, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, e a un calo dei prezzi dei generi alimentari dopo il picco toccato nel 2008. Gran parte di coloro soffrono la fame vive nei paesi in via di sviluppo, il 16% della popolazione. Un dato ancora superiore a quello fissato nel 1996 dai leader mondiali per la realizzazione del primo Obiettivo del Millennio, volto a dimezzare il numero di quanti soffrono la fame dal 20% registrato del 1990-92 al 10% entro il 2015.
Stupisce la concentrazione degli affamati, che per due terzi vivono in sole sette nazioni: Bangladesh, Cina, Repubblica democratica del Congo, Etiopia, India, Indonesia e Pakistan; più del 40% si trova in Cina e in India. La regione con il più alto numero di indigenti continua a essere l'Asia e il Pacifico, sebbene si sia passati dai 658 milioni del 2009 ai 578 milioni del 2010, mentre la più alta concentrazione in percentuale si registra nell'Africa sub-sahariana, pari al 30%.
"Il fatto che quasi un miliardo di persone soffre la fame anche dopo le recenti crisi alimentare e finanziaria fame - conclude la Fao -segnala l'esistenza di un grave problema strutturale che minaccia in modo serio la capacità di raggiungere a livello internazionale gli obiettivi già concordati per ridurre la per riuscire ad affrontare alla radice le cause della fame, i governi dovrebbero incoraggiare gli investimenti nel settore agricolo, potenziare le reti di protezione e i programmi di assistenza sociale e sostenere attività che generano reddito a favore della popolazione povera di campagna e città ".
I lievi progressi, insomma, "sono dovuti più a fattori congiunturali che all'azione dei governi e saranno provvisori senza un piano di azione globale. Dimezzare la fame nel mondo in cinque anni è possibile, ma i governi devono cambiare marcia". È di commento di Oxfam, l'organizzazione non governativa che si occupa di questi temi. Tra meno di una settimana i leader mondiali si incontrano a New York per valutare i progressi sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Oxfam chiede a quei leader di sottoscrivere un piano di azione globale che sostenga i piccoli produttori e i piani nazionali e regionali, gestiti dai governi e finanziati con risorse certe.
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