Fanghi in Valchiampo, la politica rimane coperta
Mercoledi 13 Aprile 2011 alle 16:26 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n.211
L'impianto per il trattamento dei fanghi conciari rimane all'ordine del giorno ma in vista delle provinciali i partiti non si espongono. Prudenza, prudenza e ancora prudenza in attesa che gli enti preposti tirino fuori dati comparabili ed analizzabili. È questo il solco lungo il quale l'associazione "No Alla Centrale" si muoverà durante i prossimi mesi. Al centro della discussione c'è il grande impianto per il trattamento dei fanghi conciari che gli imprenditori del ramo pelle chiedono a gran voce agli enti pubblici.
 Le organizzazioni intercomunali che hanno preso in carico l'ipotesi progettuale hanno cominciato il loro lavoro: fra molte divisioni peraltro vista la contrarietà del comune di Montecchio Maggiore, in questo momento grande antagonista di quello di Arzignano. Tant'è che in questo quadro frammentario è scesa in campo l'associazione "No Alla Centrale", un soggetto nato dall'attivismo dei cittadini alcuni anni orsono quando, sempre nell'Ovest Vicentino, si pensò alla realizzazione di una maxi centrale elettrica poi abbandonata dai proponenti per la contrarietà delle popolazioni e di molti enti locali. L'associazione infatti è composta da attivisti di varia estrazione culturale e politica ed è un soggetto molto ascoltato nella vallata. La stessa associazione ha recentemente organizzato un grande summit aperto al pubblico. Summit che ha riempito per intero la grande sala civica della corte delle Filande a Montecchio Maggiore. Durante l'incontro tutti hanno potuto prendere parola: dal portavoce dell'associazione Emanuele Vezzaro, al sindaco di Arzignano Giorgio Gentilin, dal vicesindaco di Montecchio Giangi Peripoli, a Maurizio Scalabrin, punta di diamante dell'opposizione di centrosinistra sempre a Montecchio. I toni sono stati decisamente più soft rispetto a quelli di un mese fa quando la giunta del comune di Montecchio issò uno striscione ad Alte contro l'impianto. Impianto del quale peraltro non si sa praticamente nulla visto che i tecnici sono semplicemente in una fase di studio.
Frattanto però le elezioni provinciali del 2012 incombono. E dalle voci circolate giovedì tra le sedie della sala civica si è capito chiaramente che nessuno schieramento politico è disposto a dichiararsi chiaramente a favore di un impianto, che pur al suo stadio larvale, al momento è caldeggiato solo dagli imprenditori del ramo concia. Fattispecie che avrebbe consigliato ai politici degli enti locali a non rischiare di farsi rosolare durante una campagna che si preannuncia molto dura e molto incerta in forza delle crepe che da mesi si stanno allargando nel centrodestra berico.
Al contempo però rimangono le incognite sul versante della produzione. Ci sono imprenditori che sostengono che le discariche per i fanghi hanno vita breve: massimo quattro anni poi la produzione conciaria potrebbe subire uno shock dovuto a costi di smaltimento eccessivi. La settimana passata però Assindustria, pur invitata non si è fatta viva. Un comportamento che molti big della stessa Confindustria avrebbero giudicato poco coraggioso. Si è fatta viva invece la Cgil col suo responsabile di zona Maurizio Ferron, da poco divenuto numero uno della Fiom berica. Ferron ha spiegato che non si può pensare «all'impianto senza collocarlo in una visione più ampia. Una visione che deve tenere conto di che cosa sarà la Valchiampo tra 25 anni sotto il profilo sociale, umano ed economico». La palla è tornata così nelle mani della politica, la quale in previsione delle provinciali rimane al momento molto coperta.
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