Falsificazione prodotti alimentari all'estero, Coldiretti Vicenza: difendiamo aziende e cittadini
Giovedi 28 Aprile 2016 alle 18:08 | 0 commenti
Coldiretti Vicenza
“La lotta alla contraffazione ed alla falsificazione dei prodotti alimentari made in Italy di qualità determina una sensibile perdita di posti di lavoro, senza contare il rischio economico che le nostre aziende sono costrette a sopportare, per effetto dell’inganno posto in essere da chi produce copiando i nomi dei nostri migliori prodotti, ma con materie prime e procedimenti decisamente differenti. E ciò che più dobbiamo considerare sono gli effetti importanti sulla salute, provocati dal consumo di cibi di cui non si conosce l’esatta composizione e l’origineâ€.
Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù commentano la presentazione odierna del dossier Coldiretti che elaborato in collaborazione con la “task force†dei Carabinieri dei Nas all’estero per verificare cosa viene venduto come “italianoâ€, grazie ad un progetto dell’Europol presentato alla mobilitazione a difesa del Made in Italy di migliaia di agricoltori italiani con i trattori dentro e fuori il Paladozza a Bologna in Emilia Romagna, la regione con il primato italiano ed europeo della qualità per il maggior numero di prodotti a denominazione di origine riconosciute dall’Unione Europea. Nel 2015 l’Italia ha raggiunto il record storico delle esportazioni agroalimentari, pari a 36,8 miliardi, un valore che è praticamente raddoppiato negli ultimi dieci anni (+74%). “A trainare è soprattutto il vino – aggiungono il presidente Cerantola ed il direttore Palù - che fa registrare un aumento dell’80 per cento nel decennio per raggiungere nel 2015 un valore delle esportazioni di 5,4 miliardi, che lo colloca al primo posto tra i prodotti della tavola Made in Italy all’estero. Al secondo posto si posiziona l’ortofrutta fresca con un valore stimato in 4,4 miliardi nel 2015, ma con una crescita ridotta e pari al 55%, mentre al terzo posto sul podio sale la pasta che raggiunge i 2,4 miliardi per effetto di una crescita del 82% nel decennioâ€. Nella top five ci sono anche i formaggi, che hanno raggiunto un export stimato a 2,3 miliardi con un balzo del 95% in dieci anni, mentre la classica "pummarola" fa salire la voce pomodori trasformati a 1,5 miliardi (+88% nel decennio). A determinare l’ottima performance dell’agroalimentare italiano sono stati però anche l’olio di oliva che è aumentato del 24% nel periodo considerato per raggiungere 1,4 miliardi a pari merito con i salumi. “A questa realtà , però – concludono il presidente Cerantola ed il direttore Palù - se ne aggiunge una ancora più insidiosa: quella dell’italian sounding di matrice italiana, che importa materia prima dai Paesi più svariati, la trasforma e ne ricava prodotti che successivamente vende come italiani senza lasciare traccia, attraverso un meccanismo di dumping che danneggia e incrina il vero Made in Italy, perché non esiste ancora per tutti gli alimenti l‘obbligo di indicare la provenienza in etichettaâ€.
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