Falda Dal Molin: tavolo tecnico non basta più, serve l'osservatorio proposto da Legambiente
Martedi 27 Marzo 2012 alle 20:31 | 0 commenti
 
				
		Valentina Dovigo, presidente del circolo Legambiente di Vicenza - Le notizie lette oggi sulla stampa, afferma Valentina Dovigo presidente del circolo Legambiente di Vicenza, di uno scompenso nei livelli della falda che genera ristagni da un lato ed eccessiva aridità dall'altro, confermano la necessità di un approfondimento urgente e successivamente di un monitoraggio costante della situazione (foto: pali al Dal Molin).
Bisogna arrivare subito a capire se veramente è stata interrotta e danneggiata la rete di scolo a suo tempo predisposta, se ci sono stati ostacoli al deflusso sotterraneo, modifiche al regime di infiltrazione delle acque piovane, diminuizioni della quantità d'acqua drenata dal fiume Bacchiglione, eventuali contaminazioni del suolo, eccetera.
Inoltre la Valutazione di Incidenza Ambientale, redatta alla fine del  2007, prevedeva obbligatoriamente la posa di una rete di piezometri per  il controllo della falda, il monitoraggio dei principali parametri  ambientali e la comunicazione dei dati alle istituzioni ed alla  cittadinanza, anche durante tutta la fase di cantiere. Come mai tale  obbligo non è stato rispettato?  
Legambiente torna nuovamente a  chiedere, a due anni di distanza,  istituire di concerto con gli Enti  Locali, un Osservatorio, costituito da loro rappresentanti dotati di  specifiche competenze e da esponenti delle associazioni cittadine, che:
- sia sede di confronto ed approfondimento delle problematiche ambientali di più alta conflittualità
-  garantisca l'osservanza delle prescrizioni e l'attivazione di tutti i  controlli e monitoraggi previsti dalla Valutazione di Incidenza  Ambientale
- coordini un'analisi puntuale degli impatti generati sul  tessuto urbanistico e sulla qualità ambientale della città, compresi gli  effetti sulla rete drenante sotterranea, il consumo di risorse previsti  e la stima di tutte le emissioni inquinanti.
Visto che non si è  proprio voluto sentir parlare di VIA, conclude Dovigo, di fronte  all'evidenza di come le principali problematiche di impatto ambientale  stiano venedo a galla come i proverbiali nodi al pettine, si realizzi  almeno l'Osservatorio: è una questione di ambiente, di diritti e di  democrazia. 
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