"Faceless", uno spettacolo contro il cyberbullismo

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 11 Marzo 2014 alle 18:14 | 0 commenti

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Kitchen Teatro Indipendente - Venerdì 21 marzo alle ore 21.00, Kitchen Teatro Indipendente presenta FACELESS, uno spettacolo teatrale dedicato al fenomeno sempre più diffuso e preoccupante del cyberbullismo. Il cyberbullo si fa forte di questa verità e la usa per colpire la sua vittima, conscio del fatto che quest’ultima non è in grado di reagire. Ma quello che facciamo avrà sempre effetto sugli altri. Lo scopo del cyberbullo è quello di prevarica­re, insultare, minacciare, svergognare, terrorizzare, calunniare, deridere, spingere alla depressione, persino indurre al suicidio.

In questo spettacolo di forte impatto emotivo, si racconta la storia di Eli, una ragazza come tante, in età scolare, che viene presa di mira da qualcu­no. L’uomo nero?

La sua vita cambia in breve tempo: le amiche le voltano le spal­le, lei si vergogna ad andare a scuola, vuol rimanere chiusa in casa, vuole scomparire. Solo un amico, Nico, sedicenne come lei, le sarà vicino, le farà da supporto e tenterà di aiutarla. Ci riuscirà?

E’ uno spettacolo che fa riflettere, che rappresenta un aspetto celato, ma molto diffuso della società di oggi, che potrebbe riguardarci da vicino.

Oltre al parlato che va dalla narrazione, alla testimonianza, al dialogo, alle notizie di cronaca, FACELESS si sviluppa attraverso azioni sceniche di movimento e proiezioni di filmati di efficace impatto emotivo che portano lo spettatore ad attivare la propria partecipazione ed a lasciarsi coinvolgere.
FACELESS mostra come il potere del cyberbullo si affermi attraverso l’anonimato dei rapporti virtuali, si insinui nella vita della vittima standosene vigliaccamente nascosto nei meandri della rete web, provochi gravi danni  psicologici nella vita della persona colpita dalle sue persecuzioni.

Mostra come, rimanendo in incognito, gli risulti facile calunniare, minacciare, terrorizzare la propria vittima, distruggendo la sua intimità, la sua immagine, il suo equilibrio psichico, svergognandola ed isolandola dal suo mondo sociale, in un gioco crudele ed irresponsabile che la rende impotente, priva di difese, fino a spingerla nel vicolo cieco della depressione e, a volte, al suicidio.

Nello spettacolo si susseguono rapidamente scene di prevaricazione, minacce, insulti, ricatti da parte del cybebullo, e scene di sconforto, paura, disperazione, rabbia, richieste di aiuto e desiderio di isolamento, di auto annientamento da parte della vittima.

Gli attori  passano continuamente da un ruolo all’altro, interpretando i due ragazzi protagonisti della vicenda, vittime di cyberbullismo, e, alternativamente, altri personaggi come giovani testimoni, o adulti che commentano, o ragazzini che raccontano le proprie esperienze, o bulli che deridono e calpestano, o compagni di scuola che rispondono alla vittima con risentimento e superficialità, chiamando implicitamente, di volta in volta, il pubblico a identificarsi con i vari personaggi.

Uno spaccato di situazioni che porta a conoscere i vari aspetti e a riflettere sugli atteggiamenti con cui si manifesta e con cui viene affrontata la tematica del bullismo e del cyber bullismo.

Una realtà che spesso rimane nascosta nell’ombra dell’omertà, della vigliaccheria, della vergogna, del menefreghismo, dell’incredulità, ma che striscia pesantemente attorno a noi e invade le vite dei nostri ragazzi che ne diventano vittime, o subendo angherie e soprusi, o rendendosi complici delle persecuzioni altrui, per paurosa emulazione, per inseguire una malsana autoaffermazione e senso di potere, per insensibilità e mancanza di empatia con le vittime, per incapacità a riconoscere la gravità dei fatti, a discriminare il bene dal male.

E hanno paura, hanno paura a chiedere aiuto, non sanno come fare, e si sentono soli davanti ai mostri che terrorizzano e minacciano il fragile equilibrio della loro vita.


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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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