Fabiola Carletto sul caso-Rosarno
Mercoledi 13 Gennaio 2010 alle 18:15 | non commentabile
CGIL Vicenza
"Volevamo braccia, sono arrivati uomini". Max Frisch
La rivolta degli immigrati scoppiata a Rosarno ripropone con estrema violenza la questione della condizione di vita e di lavoro di migliaia di lavoratori stranieri.
Quello che è avvenuto a Rosarno è l'epilogo di situazioni di degrado, violenza e di totale assenza di intervento delle istituzioni pubbliche che dura da anni.
Condizioni di vita e di lavoro disumane, caporalato sono situazioni che il sindacato denuncia da tempo. Di tutto ciò la politica e in particolar modo la politica dell'attuale governo, non si è mai occupata.
Il fenomeno Rosarno purtroppo è una situazione che può verificarsi anche nel laborioso veneto.
La crisi sta trasformando molti lavoratori stranieri che hanno perso il lavoro in disoccupati e clandestini.
Il rapporto Caritas/Migrantes parla chiaro. Su 320.526 lavoratori stranieri il 10 % del totale occupati, già 23.000 hanno perso il lavoro ma stanno aumentando.
Persone che hanno contribuito allo sviluppo del nostro paese.
Spiace constatare che ogni giorno le politiche di queste governo, in particolar modo della Lega, paradossalmente in nome della sicurezza, colpiscono in particolar modo sempre e solo i lavoratori regolari, alimentando il numero dei clandestini. Questo attraverso le normative , anche di recente approvazione come il "pacchetto sicurezza" o all'istigazione di molte amministrazioni leghiste, anche nella nostra provincia, di posizioni e di atti discriminatori che molte volte diventano violente nei confronti degli immigrati, come il riconoscimento del bonus bebé solo ai figli di cittadini italiani, o alla recente delibera più restrittiva sugli alloggi del comune di Montecchio Maggiore.
Ciò che è avvenuto a Rosarno deve segnare una svolta nelle politiche nazionali e locali sull'immigrazione.
Questi lavoratori non sono solo braccia di cui servirsi e poi rispedire quando non servono più, e l'intreccio tra lavoro nero e condizioni di vita non va sottovalutato anche nel nostro Veneto.
Condividiamo la posizione espressa dai vescovi che da sempre è la nostra proposta: sospensione della Bossi-Fini e proroga del permesso di soggiorno ai lavoratori licenziati.
Fabiola Carletto
Segreteria Cgil Vicenza
Responsabile immigrazione