Expo 2015, nuove indagini su Maltauro: le supposte accuse e l'immediata difesa
Mercoledi 17 Settembre 2014 alle 20:05 | 0 commenti
Giovanni Salvatori su Venezie Post scrive, tra i tanti colleghi, che «l'esposizione universale milanese vede oggi emergere un nuovo possibile coinvolgimento di Enrico Maltauro, l'imprenditore di Vicenza accusato e finito in carcere per presunte tangenti pagate per aggiudicare, all'allora impresa di cui era ad, le ''Architetture di Servizio''. Ora la Procura milanese indaga anche per il progetto delle ''Vie d'Acqua'', valore più di 100 milioni, che sarebbe stato assegnato alla Maltauro spa in cambio di tangenti».
«La Guardia di Finanza - aggiunge Salvatori -, avrebbe perquisito la sede dell'impresa, che era capofila del raggruppamento temporaneo che si è poi aggiudicato la gara d'appalto per le Vie d'acqua. Il nuovo filone nasce da intercettazioni telefoniche dello scorso marzo. In alcune conversazioni, si sente Maltauro vantare amicizia di lunga data con Antonio Acerbo, commissario delegato di Expo proprio per le infrastrutture e responsabile unico per il Padiglione Italia. E le persone alle quali Maltauro parla del suo rapporto con Acerbo non sono persone qualunque: si tratta di Gianstefano Frigerio e di Sergio Cattozzo, due dei presunti grandi intermediari nella rete che secondo i magistrati serviva a mettere in contatto l'Expo con gli imprenditori. Nelle conversazioni, si sente Maltauro dire: "Non c'è nessuno che è più vecchio amico di me con Acerbo....lui lavorava in Montedison, da ragazzo (...) e io l'ho conosciuto... ho fatto un lavoro per Montedison dove lui era direttore dei lavori... e abbiamo avuto un grande successo... lui ha fatto anche un po' di carriera attraverso 'sto lavoro nell '82". Nell''intercettazione, che è agli atti dell'indagine, Maltauro spiega anche a Frigerio di avere un appuntamento con Acerbo e con Angelo Paris, l'ex manager Expo ora ai domiciliari. Acerbo da oggi è indagato per corruzione e turbativa d'asta».
E la Maltauro spa, che sta provando da tempo a scindere le sue responsabilità da quelle dell'ex Ad, ha diffuso in serata una nota che pubblichiamo per esteso: «In relazione alle notizie di stampa odierne relative all'avviso di garanzia notificato all'attuale responsabile del padiglione Italia di Expo 2015 Dott. Antonio Acerbo, l'Impresa Costruzioni Giuseppe Maltauro Spa ribadisce la propria assoluta estraneità rispetto ai fatti che risulterebbero ipotizzati dai pubblici ministeri della Procura di Milano, rispetto ai quali la medesima Impresa ha peraltro sin dalla venuta a conoscenza dei fatti adottato tutte le misure necessarie a garantire il massimo rispetto di quei principi di legalità e trasparenza considerati imprescindibili. Con tale spirito l'Impresa Costruzioni Giuseppe Maltauro Spa, oltre ad aver immediatamente revocato in data 8 maggio l'incarico di Amministratore Delegato del dr. Enrico Maltauro, ha attivato una generale e sostanziale rivisitazione della governance societaria rendendo il Consiglio di Amministrazione indipendente rispetto alla proprietà azionaria. Nel contempo l'Impresa ha mantenuto fede a tutti gli impegni contrattuali assunti, anche a quelli nei confronti della Committente Expo 2015, proseguendo i lavori nei modi e tempi convenuti e collaborando ampiamente con i due Amministratori Straordinari nominati dal Prefetto di Milano a garanzia della commessa "Architetture di Servizio", dando così ancora una volta prova dell'elevato profilo professionale dell'Impresa medesima e di tutti i professionisti che la compongono».
A tal proposito il collega Giovanni Salvatori commenta però: «non risultano, ad oggi, concluse l'azione di responsabilità avviata dal board contro Enrico Maltauro né l'audit interno sul rispetto delle procedure».
Mentre sulla vicenda il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi ha affermato che «le indagini facciano il loro corso, ... ben venga tutto ciò che può aiutare la trasparenza, ma il nostro compito a supporto del commissario Sala è quello di dare certezza perché l'opera si realizzi nei tempi dovuti», Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità anticorruzione, prima di dare un giudizio sul nuovo filone dell'inchiesta, sulla quale afferma di avere ad oggi solo notizie giornalistiche, incontrerà nei prossimi giorni il procuratore della Repubblica di Milano e aggiunge che un nuovo eventuale commissariamento, di una singola commessa o di un appalto, «deve avere una base probatoria che non può essere un'informazione di garanzia, serve la valutazione di un giudice».
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