Aim e Pasubio, quasi ex-municipalizzate: la storia del pesce piccolo e del pesce grande
Sabato 16 Maggio 2015 alle 04:02 | 0 commenti
Tempo di gare, di vendite e di tentativi di far cassa. È la storia delle ex-municipalizzate italiane, in perenne equilibrio tra il business e la loro originaria natura, i servizi al cittadino. Ma sono anni difficili e da anni è proprio il cittadino il principale finanziatore della "finanza" di quelle che furono le municipalizzate. Segno dei tempi, con buona pace degli ideali civici.
A far cassa ci provano gli otto Comuni dell'alto e ovest vicentino(Schio, Brendola, Malo, Montecchio Maggiore, Monteviale, Thiene, Torrebelvicino e Valdagno) che non ce la fanno a gestire il loro "gioiellino", la Pasubio Group, multiutility di gestione del gas. Questa azienda pubblica , che un tempo viaggiava a gonfie vele e che oggi ha messo in crisi i soci che hanno dovuto aprire le casse comunali per coprire le perdite, è stata messa sul mercato. Tutti disposti a vendere le quote societarie, con la speranza di realizzare una cifra globale, da ripartire in base alle quote societarie, che si aggira sui 25 milioni di euro. Ma si avvicina la gara europea per l'assegnazione del servizio di distribuzione del gas nei quattro ambiti vicentini (Città di Vicenza e Sud - Est, Nord - Est, Valli dell'Agno e del Chiampo e, appunto, Valli Astico, Leogra e Timonchio) e il rischio è che, a distanza così ravvicinata, la Pasubio perda di valore e non riesca a realizzare, in caso di vendita, il guadagno sperato.
«In effetti, una regola generale di questo settore vuole che più si avvicinano le gare per il gas meno valgono le società - ci risponde l'amministratore unico di Aim Paolo Colla - le aziende perdono valore perché il tempo è una variabile importante». Forse è anche per questo che l'Aim non si dimostra intenzionata a investire tutti questi soldi in una società che potrebbe rimanere invenduta prima della fine del 2016, quando si apriranno le competizioni, un giro d'affari. E forse è proprio quello che aspetta la municipalizzata del Comune di Vicenza. «Certo, non siamo interessati a comprare adesso la Pasubio, aspettiamo le gare ma non è ancora deciso niente - sottolinea Colla - se di sicuro siamo interessati alla nostra area (Città di Vicenza e Sud - Est, 39 Comuni, 5 dei quali in provincia di Padova ndr.) non è detto che parteciperemo alle altre. Abbiamo importanti reti tra Vicenza e fuori Vicenza, a cominciare da Treviso, sulle quali abbiamo investito parecchio in questi anni, circa 80 milioni di euro».
Parla Aim, ex-municipalizzata vicentina che adesso si chiama "multi servizi", azienda dall'eredità pesante e reduce da speculazioni provinciali che pesano e che forse le hanno impedito in parte di trasformarsi in un colosso del settore, al contrario di altre sorelle divenute feroci e ipervitaminizzate, come la A2A S.p.A., giusto per fare un esempio, dove rendicontare sempre più al millimetro il bilancio e fare scelte oculate è un imperativo imprescindibile. Nel suo piccolo, senza l'ardore del cannibale d'assalto - stilema che non appartiene ai veneti, da "sorella maggiore" aveva proposto alla Pasubio Group una fusione societaria per unificare i bacini d'utenza e prepararsi alle gare europee della gestione del gas nel vicentino. «La proposta non è passata - spiega Colla - perché i Comuni hanno ancora in testa la mentalità della proprietà ma non è quella a garantire la qualità dei servizi, bensì il Comitato dei Servizi e la relativa carta».
Come a dire che le società di gestione, oggi, non hanno il controllo del territorio, se non sulla carta e per contare bisogna avere risorse e giocare almeno il full degli investimenti e della finanza. Non è facile sedersi al tavolo della distribuzione del gas, bisogna avere spalle solide e saper reggere. E forse non basta sperare in una semplice transizione, mettendo sul mercato il passato. È il segno dei tempi: pesce grande mangia pesce piccolo, ma essi nuotano nel bacino d'utenza dove, è bene ricordarlo, galleggiano anche quelli che vengono chiamati "utenti".
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