Ex Popolari venete, tour de force per aderire all'offerta di ristoro
Martedi 28 Febbraio 2017 alle 08:35 | 0 commenti
Ex popolari, filiali aperte tre sabati consecutivi per accelerare le adesioni dei soci ai rimborsi. Mentre in Veneto Banca, dopo Consob, anche Banca d’Italia avvia le multe sull’ispezione tenutasi nel 2015. Viaggia in contemporanea sul doppio binario del passato e del presente la vicenda delle ex popolari venete. L’attesa principale resta che si alzi il velo sul piano industriale per la fusione tra Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che sta preparando l’ad di Vicenza, Fabrizio Viola, segnalato ieri a Londra, insieme al collega di Banco Bpm Giuseppe Castagna, a una conferenza sugli investimenti in Italia.
Piano rispetto al quale, di giorno in giorno, giungono nuove richieste che rendono sempre più difficile chiudere il cerchio. Come non bastasse l’importo (si parla di richieste di ricapitalizzazione da Bce che veleggiano verso i 5 miliardi), ora è arrivata una notizia intorno all’analogo piano di Montepaschi, sempre imperniato intorno all’ingresso dello Stato, che è realistico attendersi riguarderà poi anche il piano per Bpvi-Veneto Banca. Ovvero che l’Unione europea ha ricordato come i fondi pubblici non possano esser usati per coprire perdite già registrate o prevedibili. Come per coprire le svalutazioni derivanti dalle sofferenze. Problema non da poco, per piani di messa in sicurezza che a Siena, come a Vicenza-Montebelluna, ha nei piani di smaltimento delle sofferenze uno dei perni centrali. In attesa di vedere come andrà a finire, oggi inizia da Veneto Banca una nuova tornata di riunione dei cda, che si annuncia ancora una volta interlocutoria su bilanci 2016 (i rumors parlano di 3 miliardi di euro di perdite cumulate tra Vicenza e Montebelluna) e piani industriali. Anche perché nell’incrociarsi dei numeri è necessario attendere il dato di adesione dei soci alla campagna lanciata a gennaio sui rimborsi per le azioni azzerate. Evidentemente per accelerare i sì, che appaiono a due settimane dalla chiusura dell’offerta ancora distanti dall’obiettivo dell’80% indicato a gennaio, e visto che è decisivo sul risultato finale convincere gli indecisi, sia Vicenza che Montebelluna hanno informato la scorsa settimana i sindacati (giovedì in Veneto Banca l’incontro con il direttore commerciale, Oreste Invernizzi, il giorno successivo quello in Popolare di Vicenza) la volontà di tener aperte le filiali maggiori (una settantina quelle di Veneto Banca, di cui una trentina in Veneto, secondo le prime indicazioni) il mattino dei primi tre sabati di marzo. Iniziativa per venire incontro ai molti soci impossibilitati a metter piede in filiale durante la settimana. Si vedrà se basterà , insieme alle adesioni attese dalle fondazioni, e se lo sforamento dei tempi rispetto al 15 marzo, data ultima indicata a gennaio per aderire all’offerta, si fermerà lì o preluderà ad una proroga dei termini. Intanto sul fronte del passato non si ferma lo stillicidio delle sanzioni in arrivo ai precedenti cda. Così, in Veneto Banca, ora è il turno di Banca d’Italia farsi avanti con il cda presieduto da Francesco Favotto per la proposta di multa legata all’ispezione di Banca centrale europea tra maggio e ottobre 2015. Imperniata su governo, retribuzioni e controlli interni, a valle dei rilievi evidenziati da Banca d’Italia nell’ispezione di due anni prima, ampliatasi poi ai meccanismi del capitale finanziato. La lettere con cui Bankitalia avvia il procedimento sanzionatorio è giunto questo mese e lascia ora cinquanta giorni per le osservazioni. In una partita che si incrocia, quando non si sovrappone nei rilievi, con le sanzioni Consob da 4,6 milioni già arrivate a gennaio, su cui stanno scadendo i termini per le controdeduzioni. Multe relative ad uno dei quattro procedimenti contestati dall’Authority, che sulle altre tre ne aveva archiviata una, aggiungendo sulle ultime due ulteriori sanzioni per almeno 700 mila euro.
Di Federico Nicoletti, da Corriere del Veneto
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