Ex Popolari venete, in vendita Arca Sgr e Bim
Martedi 14 Febbraio 2017 alle 08:37 | 0 commenti
Arca Sgr. E ora anche Bim. Il dossier delle cessioni di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza entra nel vivo. Anche perché è cruciale nell’interlocuzione con la Bce ai fini dell’ammontare dell’aumento di capitale (si è parlato finora di circa tre miliardi, ma questo prima che uscissero i rumors sui conti del 2016, con l’ipotesi di un rosso da 1,8 miliardi per la vicentina e di un miliardo per Montebelluna) che l’Autorità di vigilanza di Francoforte chiederà . Entrambi gli asset sono appetibili, perché il settore del risparmio gestito è quello su cui puntano tutti, in un’epoca in cui la redditività delle banche è data dalle commissioni di gestione.
Su Arca sgr, di cui i due istituti veneti detengono il 19,9% ciascuno, ha dichiarato il suo interesse Bper, che con una quota del 32,7% ne è già il primo socio. Lo ha detto il ceo Alessandro Vandelli venerdì scorso nel corso della conference sui risultati. «Arca è strategica per Bper. Siamo il maggiore distributore di prodotti Arca e il principale azionista. Spero di avere l’opportunità per analizzare il potenziale deal in futuro». Il nodo principale del deal è il «quantum» e sulla base di altre proposte fatte un anno fa si può ipotizzare un valore complessivo di Arca compreso tra i 600 e gli 800 milioni di euro. Il punto — a parte il prezzo — è anche commerciale e cioè: le venete continueranno a collocare i prodotti? Modena, come la Popolare di Sondrio (21,1%), ha un diritto di prelazione. Ma a guardare il dossier non è la sola. Anima sgr, che aveva già presentato un’offerta nel dicembre del 2015, si vede ancora come «polo aggregante». Il prossimo consiglio di amministrazione sarà ai primi di marzo. Altro asset che opera nel mercato italiano sotto dimensionato del risparmio gestito è la Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestioni, di cui Veneto Banca detiene il 71,4 per cento. Qui, in caso di cessione, sarebbe più facile stabilire un prezzo in quanto la banca torinese è quotata in Borsa dove capitalizza 227 milioni di euro. Montebelluna aveva annunciato che Bim era tornata strategica a settembre del 2016, in occasione della presentazione della semestrale. Ma in logica di fusione delle due venete (con la regia di Fabrizio Viola), adesso, è tornata in vendita. Alessandro Penati, presidente di Quaestio che gestisce il fondo Atlante, azionista con il 98% del capitale, l’aveva annunciato due mesi fa: «Puntiamo a scorporare Bim da Veneto Banca e ad averne il controllo diretto». Detto e fatto. L’istituto presieduto da Massimo Lanza prima ha annunciato l’uscita dal board di Giorgio Girelli (al suo posto è stata cooptata Paola Pierri), che gestirà direttamente proprio Banca Intermobiliare, e poi ha dichiarato che «ai fini della realizzazione del piano strategico nell’ambito della prospettiva di fusione, il consiglio sta attivamente valutando la possibilità di realizzare, a fronte degli approfondimenti da compiersi nelle prossime settimane e soggetta ad autorizzazione di Bce, una ridefinizione del perimetro del gruppo che preveda il deconsolidamento». Bim, che detiene Symphonia sgr, in occasione dell’annuncio dei conti 2016 venerdì scorso (in perdita di 90,8 milioni a causa di rettifiche sui crediti e accantonamenti), ha detto che il board ha definito le «linee guida del piano strategico di Bim quale piattaforma di private banking di fascia alta».
Di Fausta Chiesa, da Corriere della Sera
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