Ex Popolari venete, aumentano gli uomini di fondo Atlante
Mercoledi 18 Gennaio 2017 alle 08:59 | 0 commenti
Atlante stringe più da vicino la presa sulle ex popolari venete. La nomina è stata confermata ieri sera, con una nota stringata. Ma è tutt’altro che da sottovalutare il passaggio della nomina, nella riunione di ieri, di Alessandro Podestà nel cda di Veneto Banca, al posto del docente della Bocconi Marco Ventoruzzo, dimessosi a dicembre. Podestà , un passato in Ifil ed Exor, le «casseforti» degli Agnelli in Fiat, è tra i senior manager della squadra di Alessandro Penati e Paolo Petrignani, presidente e Ad di Quaestio, la Sgr che gestisce il Fondo Atlante, proprietario totalitario di Popolare Vicenza e Veneto Banca.
Come dire che l’azionista di riferimento decide di seguire più da vicino Veneto Banca, con una soluzione che dà anche un appoggio diretto su Montebelluna a Fabrizio Viola, il manager scelto da Atlante per guidare la fusione nelle banche venete, che al ruolo di amministratore delegato a Vicenza affianca quello di consigliere e presidente del comitato strategico in Veneto Banca. Questo anche a costo di rompere la rigida linea originaria di una gestione affidata a due cda autonomi, con consiglieri indipendenti, senza direzione e coordinamento di Atlante. Il passaggio d’altra parte è decisivo. Il piano per il rimborso ai soci sulle azioni azzerate, che offre 9 euro a Vicenza (salendo a 30 nel caso dei 500 «scavalcati veri» nelle vendite) e il 15% in Veneto Banca, allineando le perdite patite a quelle delle azioni delle banche quotate, è nel pieno dell’esecuzione. Il movimento intorno alle filiali lascia ben sperare sulla possibilità di raggiungere l’80% di adesioni sul capitale dei 170 mila soci chiamati tra le due banche e chiudere la partita. Ieri nuova tornata di incontri a Vicenza con le associazioni, dalla Casa del consumatore di Schio a Federconsumatori Friuli, al Codacons veneto. Le critiche sui rimborsi non sono mancate, alla pari però della disponibilità di far partire a fine mese il tavolo per gestire i 30 milioni messi per i rimborsi ai soci in condizioni sociali disagiate. Anche se non tutte le associazioni sotterrano l’ascia di guerra. Ieri «Noi che credevamo nellla Bpvi» ha convocato una nuova assemblea per il 4 febbraio alle 9 al centro sportivo Palladio di Vicenza (via Vittorio Veneto 29). Ma intanto è già ora di preparare il passo successivo. Domani nuova riunione del consiglio di amministrazione di Popolare Vicenza. Si vedrà se già con una prima bozza del piano industriale, che Vi0la ha dato per pronto a fine gennaio, con l’obiettivo possibile di una approvazione definitiva già a metà febbraio nei cda e l’ipotesi di una fusione da portare in approvazione alle assemblee di bilancio di fine aprile. In mezzo ci sono i bilanci delle due banche da approvare a inizio febbraio, dove si attendono ulteriori perdite (795 milioni quelle di Bpvi nel bilancio semestrale 2016, 258 in Veneto Banca) e la decisione su come attuare il piano di riduzione dei crediti in sofferenza per 3,6 miliardi di euro netti complessivi, chiesto da Bce, parte essenziale del progetto di fusione. Sarà anche l’operazione che determinerà l’ammontare dell’aumento di capitale, dopo il primo miliardo già messo da Atlante il 5 gennaio. E si vedrà se il fondo interverrà , secondo le due ipotesi di acquistare la fetta più rischiosa delle sofferenze, una volta cartolarizzata, con 600-800 milioni, o di usare direttamente nell’aumento di capitale gli 1,7 miliardi ancora in Atlante 2, in origine impegnati sull’acquisto sofferenze. A quel punto decisivo sarà l’esito nel frattempo giunto sull’offerta di rimborso proposta ai soci. Un’adesione oltre l’80 per cento è precondizione per una ricapitalizzazione che resti di mercato, trainata da Atlante, evitando l’operazione che passa per i fondi dello Stato, come nel caso di Mps.
Di F.N., da Corriere del Veneto
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.