Testamento biologico, in risposta al Direttore Delegato per i Servizi Demografici e al Variati
Domenica 15 Gennaio 2012 alle 18:35 | 0 commenti
Sig. Direttore Di Pace, sono un iscritto all'Associazione Coscioni di Vicenza, ma scrivo a titolo personale. Non so se ritenermi più depresso o più indignato. Lei dice:
"Gentile Signora Rosalba Trivellin, Associazione Coscioni - Vicenza
Relativamente alla Sua nota del 6 dicembre 2011 con la quale sono stati consegnati n. 6 moduli relativi alla petizione al Sindaco come sollecito per apertura registro in oggetto, si precisa quanto segue. Va considerato che in Italia non esistono norme di legge che obblighino a seguire il testamento biologico a differenza di altri paesi.
L'art. 32 della Costituzione prevede che nessuno può essere obbligato a ricevere trattamenti sanitari se non per disposizione di legge: la norma continua stabilendo che la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. Dal dettato costituzionale si evince che la materia del trattamento sanitario che un singolo cittadino deve ricevere è prevista dalla disciplina legislativa nazionale. Il fatto che non sia stata ancora emanata una legge nella specifica materia, non autorizza singole amministrazioni ad adottare norme che vadano autonomamente a colmare il vuoto normativo esistente."
Con la lettera aperta dell'Associazione Coscioni,
- non si chiedeva di "adottare norme", ma sostanzialmente di prendere atto che dei cittadini depositano le proprie disposizioni anticipate di trattamento (testamento biologico);
- non si chiedeva di farlo "autonomamente" perchè in Italia già in più di 80 Comuni l'han fatto;
- non si chiedeva di "colmare il vuoto normativo esistente", si chiedeva di soddisfare la richiesta, con firme autenticate di più di 620 cittadini vicentini, che si prendesse atto delle proprie dichiarazioni anticipate di trattamento (testamento biologico).
Ma ancora, sig. Ruggiero di Pace, a Vicenza, grazie all'Associazione Coscioni e alla Chiesa Cristiana Metodista Valdese, sono stati già depositati circa 50 testamenti biologici, e da parte del Comune di Vicenza c'è solo il silenzio, non una constatazione, non un ringraziamento o una "condanna", nulla.
Il silenzio equivale ad ignorare, ed ignorare equivale a "far fuori", ma è la filosofia dello struzzo. Peraltro il Comune tace anche sui testamenti biologici depositati c/o l'Ufficio protocollo a Palazzo Trissino il 30-3-2011.
Poi lei continua:
"Infine si evidenzia che nell'attuale legislazione non sono rinvenibili norme che attribuiscano direttamente o indirettamente competenze in materia all'Ente Locale, ancorchè l'art. 117 della Costituzione stabilisce che è riservato allo Stato il potere di legiferare in materia di ordinamento civile, come peraltro ha ribadito il Ministero dell'Interno a diversi Uffici Territoriali del Governo."
E qui proprio non capisco: con la lettera aperta alle Guide Civiche del Comune di Vicenza non si chiedeva di "legiferare" al posto dello Stato, si chiedeva di non discriminare i cittadini vicentini rendendoli impotenti a fare ciò che fanno altri cittadini, lor pari, in altri Comuni italiani: poter depositare da qualche parte riconosciuta e laica, le proprie disposizioni anticipate di trattamento.
Lei, sig. Di Pace, cita l'art. 32. Lo conosciamo; e voi Guide Civiche sapete bene che ognuno si organizza come sa e come può, o come Indro Montanelli, o come Mario Monicelli, o come Lucio Magri, o come Corrado Augias, o contrattando con i terapeuti di volta in volta ciò che si accetta e cosa no.
Le dichiarazioni anticipate di trattamento (testamento biologico) servono a chi ha la sfortuna di non poter fare nessuna delle predette cose ed è in balìa degli impiccioni di turno, nel ruolo di medici o preti o pseudobenpensanti o sedicenti opinion leader, violentatori di libertà altrui.
Resta il fatto che, in tema di diritti civili rispetto alla propria vita, io non accetto che oltre a vergognarmi di essere italiano rispetto ad altri Paesi europei come l'Olanda, la Svizzera, il Belgio ecc., debba anche vergognarmi di essere residente a Vicenza e non in uno degli 80 e più Comuni italiani dove vengono riconosciuti certi diritti basilari.
Al cittadino non interessa che le proprie Guide Civiche abbiano la libertà di coscienza di scegliere secondo convinzioni personali; al cittadino interessa che le proprie Guide Civiche lo mettano in condizione di poter decidere secondo la propria coscienza, e quindi secondo la coscienza individuale, non secondo quella del proprio rappresentante civico.
E, facendo appello a tutti i lettori di questa lettera aperta, affinché segnalino alle nostre Guide Civiche le proprie idee, saluto distintamente.
Tommaso Chirco
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