Equizi. L'accusa ad Achille Variati: ballista o voltagabbana
Lunedi 4 Luglio 2011 alle 09:05 | 0 commenti
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di Franca Equizi
«Ritengo che la via al nucleare sia la più realistica e positiva». Di chi sono queste parole? Del Chicco Testa di turno? Della Emma Marcegaglia di turno? Ma no. Nulla di tutto questo. A parlare così era il sindaco di Vicenza Achille Variati che per queste sue affermazioni si guadagnò il 3 marzo del 2009 una bella prima pagina de Il Vicenza. Giornale che sempre lo stesso giorno non dimenticò di sottolineare l'identità di vedute in tal senso tra il primo cittadino berico e l'allora governatore veneto Giancarlo Galan del Pdl.
A quale Variati bisogna credere quindi? Al nuclearista convinto o all'antinuclearista della recente campagna referendaria? E a un sindaco così, che a seconda del punto di vista o è un ballista o un voltagabbana, che credito si può dare? Sì perché il voltafaccia atomico di Variati non è certo il primo. Il più macroscopico riguarda la Ederle bis. Chi se lo ricorda l'ancora non sindaco infilarsi nella manifestazioni "No Base" attorniato di osannanti contestatori? Puntualmente Variati è finito dall'altra parte mentre finge di interrogarsi su compensazioni per le quali Vicenza non ha ancora visto il becco d'un quattrino. E ancora, chi si ricorda le intemerate di mister Achille contro « i poteri forti dell'urbanistica» durante la campagna elettorale del 2008? Sembrava un titano contro le speculazioni edilizie. Poi però, ma che stranezza, con la scusa di mille incarichi para pubblici chi diventa il vero deus ex machina dell'urbanistica? Quel Flavio Albanese che tanto il centrosinistra aveva contestato perché troppo vicino all'ex sindaco Enrico Hullweck del Pdl. E i fatti parlano da soli: nuovo stadio e area Cestaro a Vicenza Est, il caso della banca fantasma, gli amici «del Bid» vicini all'ex assessore al territorio Marco Zocca del Pdl tutti felicemente illuminati nel nuovo piano regolatore. I progetti di Sergio Carta che spuntano come funghi a Ponte Alto senza gli stessi arcigni controlli che si beccano (o meglio beccavano) sempre in zona le battone che passeggiavano di sera. E poi dulcis in fundo... lo sconcio del Pp10 a Laghetto. Una «porcheria» giustamente osteggiata dal centrosinistra e dallo stesso Variati, ora prende forma con un nome suggestivo, Green Way, la via verde. Sì, la via che ci lascerà al verde visto che come al solito immobiliaristi e proprietari delle aree faranno bottino, mentre al comune e all'Ipab resterà solo qualche caccola secca. E poi va ricordata un'altra cosa. Per Giove Pluvio, Hullweck era riuscito, diciamo pure così, a limitare il conflitto di interessi con la di lui consorte urbanistica agli uffici comunali o al limite, al talamo nuziale. Oggi con l'ex Pp10 direttamente caldeggiato dalla famiglia Pigato che ha tanto di rappresentante in sala Bernarda, il conflitto è arrivato dritto in consiglio. Sì perché adesso si intuisce quali possano essere i motivi che hanno spinto il gruppo consiliare del plurilaureato Domenico Pigato e di Claudio 360 Cicero ad appoggiare di punto in bianco la lista Variati. Sarebbe da giocare un bel centone che il momento in cui il nuovo Pp10 è stato depositato in comune tanto non disti, almeno temporalmente, rispetto al momento in cui il gruppo consiliare del "misso dominico" sia passato armi, bagagli e interessi dalla parte dell'ex nuclearista convinto. E si potrebbe proseguire per ore. Si potrebbe parlare del pacifista Gianni Rolando che ha prudentemente tolto la bandiera della pace dopo che i missili su irakeni e afghani ha smesso di tirarli Bush e ha cominciato Obama. Si potrebbe parlare del barricadero Rolando che prima osteggia il Pp10 e poi come presidente di Ipab lo sostiene. Ma il sindaco si potrebbe preoccupare perché in fondo lui è sì un ipocrita, ma un ipocrita a sua insaputa.
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