Ciambetti e Coletto: "il Veneto vince la battaglia sul risarcimento agli emotrasfusi"
Giovedi 29 Maggio 2014 alle 21:04 | 0 commenti
Regione Veneto - “Finalmente il Veneto ha vinto la battaglia per garantire il pagamento degli indennizzi previsti dalla Legge 210/1992 a favore di quanti hanno contratto malattie o subito complicanze patologiche irreversibili a causa delle infezioni provocate da vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni o somministrazioni di emoderivati.
Tocca allo Stato sborsare questa cifra, che noi, come Regione, abbiamo anticipato senza mai rinunciare a chiedere al Governo il rispetto di quanto previsto dalla Legge. Si tratta di uscite complessive, nell’arco degli ultimi anni, di una cinquantina di milioniâ€.
L’annuncio è degli assessori veneti al bilancio, Roberto Ciambetti e alla sanità , Luca Coletto, a margine della Conferenza delle Regioni e Province autonome, in corso a Roma.
“Nel marzo scorso – ricordano gli assessori –, con voto unanime il Consiglio regionale ha deciso di continuare anche nel 2014 a rimborsare l’indennizzo agli aventi diritto, per un ammontare complessivo di circa 21 milioni di euro. Queste risorse, in virtù della citata legge del 1992 che riconosceva il risarcimento permanente agli emotrasfusi, fino al 2011 erano trasferite dallo Stato alla Regione, delegandola al pagamento del rimborso. Ma dopo il 2011 il Ministero della salute bloccò i trasferimenti sino alla decisione del Governo Monti, che lasciò tutti allibiti, di abolire addirittura il capitolo di spesa. Ma nel frattempo, come previsto dalla legge, il Veneto aveva già anticipato le sommeâ€.
“Come detto, il Consiglio regionale del Veneto anche quest’anno ha garantito il risarcimento, anticipando ancora una volta le risorse – concludono Coletto e Ciambetti –, dando alla Giunta il mandato di tutelare, anche con causa civile, i propri diritti nei confronti del Governo. Con la nostra azione, che ha posto la questione all’attenzione della Conferenza delle Regioni, quest’ultima ha fatto propria la protesta del Veneto con un Ordine del giorno approvato il 10 aprile scorso. Oggi, finalmente, questa vicenda, che per quanto riguarda la nostra regione coinvolge oltre 1.300 persone, viene chiarita anche per gli anni a venireâ€.
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