Embargo Russia, il Veneto non ci sta
Martedi 7 Ottobre 2014 alle 12:16 | 0 commenti
La notizia non è sulle prime pagine dei giornali, ma potrebbe sconvolgere gli equilibri politici ed economici all'interno dell'Ue: la Giunta Regionale ha dato mandato al Presidente Zaia di trattare direttamente con la Russia affinché il Veneto esca dall'embargo. Ovviamente occorrerà seguire le vie diplomatiche ed istituzionali, ma il Presidente Zaia ha già anticipato che ciò "non sarebbe vietato dalla Costituzione".
L'avvocatura è già al lavoro per supportare il Presidente in questa iniziativa che romperebbe gli equilibri in sede di Unione europea, ma i veneti non sembra abbiano nessuna intenzione di lasciare alcunché di intentato.
Troppo importante per la regione il mercato russo, l'economia veneta, per sopravvivere alla crisi, si è rivolta, in particolare in questi ultimi anni, verso i mercati esteri e la Russia è diventata un partner privilegiato.
Zaia non ha usato mezze parole: "L'embargo per noi è una tragedia".
In effetti quando si parla di "economia" occorrerebbe ricordare A TUTTI che non si sta trattando di questioni astratte, bensì di stipendi, e, di conseguenza, di pane e companatico per migliaia di persone, ed i veneti non possono accettare passivamente di essere ridotti sul lastrico per ottemperare ad un embargo del quale non hanno alcuna colpa, non ne capiscono le ragione ed eventualmente non ne condividono le motivazioni.
Sotto questo punto di vista il Presidente Zaia ha usato una metafora davvero appropriata parlando di "sindrome del cihuahua", ossia del cagnolino che abbaia tanto, ma se dovesse arrivare allo scontro fisico sarebbe sbranato.
Per i veneti vedere gli svizzeri che fanno affari d'oro con la Russia visto che non devono sottostare a diktat cervellotici provenienti da Bruxelles (e da Washington) è una sofferenza, ci avevano messo tanto lavoro e tanto impegno per istaurare rapporti commerciali con un Paese così "lontano" anche per usi ed abitudini che vedere sfumare il tutto per la stupidità di burocrati "stranieri" pare proprio assurdo.
Non ci resta che vedere quali saranno gli sviluppi, per tante famiglie venete, ma non solo, in gioco c'è il futuro proprio e dei propri figli.
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