Elezioni regionali tra vittoria del PD e astensionismo
Lunedi 24 Novembre 2014 alle 20:49 | 0 commenti
Il dato più sconcertante è l'affluenza alle urne. Più o meno il 37% in Emilia Romagna e circa il 44% in Calabria. Un disastro. Su questo bisognerebbe riflettere e correre ai ripari. Il crollo del numero di chi si è recato alle urne è il risultato di una politica che si ferma all'apparenza e allo slogan. Una politica che mira ad occupare poltrone senza proporre alcun progetto, nessuna alternativa alla situazione che i cittadini devono affrontare giorno per giorno.
La stragrande maggioranza degli elettori non ha trovato un referente alle proprie esigenze, né un programma degno di essere votato. Questo vuoto di partecipazione è la sconfitta della democrazia. Ma è anche il trionfo di un disegno politico che mira, appunto, ad allontanare i cittadini dalle istituzioni e toglie loro rappresentanza nel governo del territorio. In pratica chi si troverà a governare le due regioni lo farà senza consenso popolare ma, a lorsignori, va bene così.
Oggi, è bene ribadirlo a costo di ripetersi, ha perso la democrazia. I cittadini, evitando le urne, hanno dato un messaggio chiaro. I partiti che siedono in parlamento, quelli che patteggiano leggi elettorali che comprimono sempre di più gli spazi di rappresentanza nel nostro paese, quelli che governano il paese sono percepiti (e lo sono) come forze ostili. Fanno parte di oligarchie che mirano a mantenere il potere anche senza un vasto consenso popolare. Il voler mostrare la politica come un insieme di slogan, pettegolezzi e sedute dall'estetista, unito a un abituale e, ormai, normale uso di pratiche di corruzione porta all'esasperazione gli elettori rendendoli spettatori sempre più distratti e rassegnati di una rappresentazione teatrale indegna.
Il fatto, poi, che Matteo Renzi sia soddisfatto per il risultato del PD in termini percentuali e che affermi "l'astensione è problema secondario" la dice lunga sulla bassissima statura politica (e non solo) del personaggio. Le dichiarazioni del presidente del consiglio sulla “vittoria netta†del PD (che significa, in Emilia Romagna, un dimezzamento dei voti in pochi mesi) descrivono, appunto, l'abitudine di Renzi di piegare la realtà alle sue fantasie.
Ma “vincere le elezioni†grazie a un'esigua minoranza di elettori è tutt'altro che democrazia. È qualcosa che si avvicina a un potere di élite, a un'oligarchia. È qualcosa di simile a una dittatura che privilegerà la spartizione delle poltrone, degli sgabelli e dei privilegi al saper governare seriamente. Bisogna analizzare bene il dato dell'affluenza al voto e riflettere su esso. Bisogna capire come riconquistare al voto quella maggioranza di elettori che si è rifiutata di partecipare e come dare ai cittadini la speranza di essere protagonisti e poter contare qualcosa.
La progressiva, drammatica, fuga dal voto della maggioranza degli elettori, evidenzia la sconfitta del sistema maggioritario con vari tipi di sbarramento che impediscono una vera rappresentanza istituzionale.Â
Le alchimie elettorali e politiche, grazie alle quali si propongono leggi elettorali che servono unicamente a garantire il mantenimento del potere da parte di pochi (e sempre gli stessi) in nome di una governabilità che significa solo congelare una situazione disarmante, possono e devono essere spazzate via. Si torni a dare potere agli elettori con una legge proporzionale senza sbarramenti dove ogni cittadino possa sentirsi attore e non spettatore del governo del paese.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.