Elezione Napolitano, Crimì: vi racconto come è andata veramente
Lunedi 29 Aprile 2013 alle 13:57 | 0 commenti
On. Filippo Crimì, Partito Democratico - Dato che l'elezione appena passata del Presidente della Repubblica è ancora tema oggetto di discussione desidero scrivere alcune riflessioni riguardo la votazione e le vicende che hanno portato alla rielezione di Giorgio Napolitano. Ho già espresso la mia contrarietà al modo in cui è stata gestita la proposta di Franco Marini nell'assemblea dei gruppi; la scelta è stata fatta con una votazione per alzata di mano e senza la minima condivisione del processo decisionale (nonostante i numerosi solleciti e le precedenti dichiarazioni contrarie a questa ipotesi).
Stimo la persona e la storia di Franco Marini, però in quel momento non l’ho ritenuto adatto a rappresentare la candidatura unitaria del PD ed era evidente che quella proposta avrebbe provocato un grave disaccordo tra le diverse componenti del partito. È stata fatta la richiesta di potersi incontrare nuovamente il giorno successivo per trovare un'alternativa a Franco Marini, ma siamo rimasti inascoltati e si è deciso di procedere imperterriti con i risultati che tutti noi abbiamo potuto vedere (521 voti contro un quorum di 672). Alla seconda votazione, si è optato per la scheda bianca, ma personalmente ho dato il voto a Chiamparino, che nella prima votazione aveva raccolto 41 voti, per contribuire a dare un segnale, perchè poteva essere la scelta innovativa e di rottura degli schemi che stavamo aspettando da tempo; tuttavia ha ottenuto solo 90 voti. Vista la spaccatura netta avvenuta con Marini, la Segreteria ha proposto un nome di spessore come quello di Romano Prodi che avrebbe potuto ricompattare noi democratici. C’è stata una vera e propria ovazione che mi ha fatto sinceramente pensare ad una vera unità su quel nome, e questo mi ha reso felice. Tanto felice da sottovalutare le parole di Luigi Zanda che aveva chiesto comunque una consultazione più approfondita sul nome da proporre viste le sensibilità diverse all’interno del PD. Per la terza votazione si è scelto di votare scheda bianca, anche per non esporre Prodi al pericolo di una bocciatura,  in modo da poter avere più possibilità alla quarta votazione, dove il quorum richiesto era di 504 voti. Speranza vana, perché più di cento deputati del PD hanno deciso di votare diversamente, "impallinando" di fatto la candidatura di uno dei padri fondatori del partito; candidatura che, tra l’altro rappresentava una ennesima e chiara apertura al M5S (che volutamente e con scarso senso di responsabilità non é stata accettata dai deputati grillini). Prodi è stato votato da 395 grandi elettori. Ho dato il voto a Prodi convinto che fosse una decisione giusta e collegiale e la sensazione che ho provato, dopo l’insuccesso, é stata di forte delusione. Prodi dopo il risultato ha rinunciato alla candidatura e si è riaperta, quindi, la discussione sul nuovo possibile candidato. Nel frattempo Rosy Bindi ha annunciato le dimissioni da Presidente del Partito e Bersani ha comunicato che si sarebbe dimesso da Segretario del Partito non appena eletto il nuovo Presidente della Repubblica. Bersani si è recato da Giorgio Napolitano per chiedere la sua disponibilità alla rielezione. La decisione di Napolitano non è arrivata subito e nel frattempo, anche la quinta votazione, per lasciare spazio alle trattative, è passata con scheda bianca. Napolitano, nel primo pomeriggio di sabato, ha comunicato di accettare la ricandidatura e tutti noi del PD abbiamo deciso a maggioranza di votarlo (con un solo voto contrario e quattro astenuti).Molti chiederanno perché non Rodotà . Ho molto riflettuto su questo e posso dire che ci sono 2 principali motivi per cui non l'ho votato. Prima di tutto perché non rappresentava una candidatura unitaria, e non tutto il nostro partito lo avrebbe appoggiato. In secondo luogo perchè non ritenevo giusto essere sottoposti ad un diktat da parte di Grillo, che si avvaleva di quel nome strumentalmente per provocare una frattura nel PD, e che per altro aveva già rifiutato tutte le nostre proposte ed offeso pesantemente il Segretario Bersani e tutto il Partito. Prodi poteva rappresentare sicuramente il punto d’incontro tra i due schieramenti, e su questa proposta facevano ben sperare le dichiarazioni fatte dalla capogruppo Lombardi e da esponenti del movimento 5 Stelle. Nonostante si sia discusso in ogni modo con i grillini per convincerli, non c’è stato nulla da fare; hanno preferito votare ostinatamente il loro candidato perdendo politicamente e rinunciando definitivamente ad una possibile convergenza.
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