Elettromobilrebus D&R
Domenica 22 Aprile 2012 alle 22:38 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 232 Â
A Grumolo un contenzioso di confine tra imprenditori si trasforma in una sciarada a base di ombre e carte bollate che tira in ballo l'amministrazione e che fa tremare i polsi alla giunta: mentre nel tourbillon finisce anche Desio & Robé, noto rivenditore di elettrodomestici
«Elettromobilmarket Desio & Robè la strada giusta per chi vuole acquistare...». Quale ragazzino veneto cresciuto negli anni Ottanta a pane cartoni animati non ricorda il jingle pubblicitario che assieme a Falp e Ceppiratti in primis, precedeva immancabilmente ogni puntata di Mazinga o Daitarn su Telepadova? E quale bimbetto avrebbe mai potuto immaginare che il centro acquisti di Grumolo, sarebbe finito al centro di una guerra di carte bollate che lo riporta indietro nel tempo?
La scintilla. La querelle comincia a prendere la sua fisionomia attuale all'inizio dell'estate di cinque anni fa. Agostino Cogo è un imprenditore di Grumolo delle Abbadesse, un comune dell'estrema propaggine orientale del Vicentino. Da un po' di tempo ha in piedi un contenzioso con la Desio & Robé, ditta di elettrodomestici con sede in Toscana, negozio anche a Grumolo e conosciuta anche come D&R. Un contenzioso per questioni di vicinato come ce ne sono tanti in Italia e nel Veneto. Epperò la vita politica locale va in fibrillazione quando lo stesso Cogo invia una letteraccia ai capigruppo del consiglio comunale grumolese. L'imprenditore denuncia alcune anomalie in una delle zone produttive della municipalità . È il 26 giugno 2007 e nella missiva si legge testualmente: «... Non si comprende ad esempio come sia possibile che l'immobile intestato alla ditta Desio & Robè srl sia classata... come opificio e fabbricato costruito per speciali esigenze... quando per le specifiche caratteristiche di vendita al dettaglio... dovrebbe essere ricompreso... nella categoria... grande distribuzione...». Gli esposti e le segnalazioni si susseguono, gli anni passano e la polemica si amplia su più fronti sino a quando Cogo, non contento della vigilanza amministrativa del suo comune chiede l'intervento del consorzio intercomunale dei vigili urbani della zona che ha base a Torri di Quartesolo, sempre nel Vicentino. E la polizia locale si muove tanto che il 4 marzo 2011 commina due sanzioni a carico della Desio & Robè il cui rappresentante legale è Roberto Cerri residente a Cà scina nel Pisano. Il primo verbale di accertamento porta il numero progressivo «04/2011 R. C.» ed è firmato dal vicecommissario Guido Guglielmi nonché dagli agenti Barbara Pallaro e Giovanni Zarantonello. Negli atti si legge che in seguito al sopralluogo effettuato presso Desio e Robè in località Vancimuglio a Grumolo, via nazionale 64 risultava ampliata, senza permesso, la superficie di vendita originaria portata da 1490 metri quadri a 2530 metri quadri. Appresso segue una contestazione pressoché gemella la «05/2011 R. C.» in cui si legge che «al piano terra del punto vendita dell'esercizio commerciale di media struttura... risultava ampliata la superficie di vendita originaria» da 1265 metri quadri a 1332 metri quadri «senza avere ottenuto la preventiva autorizzazione del comune violando così le disposizioni di cui agli articoli 8, comma 1 ed articolo 22 comma 1 del decreto legge numero 114 del 1998». Passa qualche giorno e sempre lo stesso esercizio viene pizzicato ancora. Stavolta viene elevato un verbale per apertura domenicale non autorizzata. Il tutto è riportato in un documento del consorzio dei vigili urbani di Torri, Quinto, Grumolo e Grisignano che reca il progressivo «06/2011 R. C.».
La reazione. La srl, che ha sede centrale a Cà scina, non ci sta e a sua volta indirizza ai vigili urbani del consorzio una nota al protocollo 0008575 del 12 aprile 2011 che per conoscenza viene spedita pure al sindaco di Grumolo Flavio Scaranto del Pdl. Nella missiva di tre pagine si argomenta così: «... riteniamo opportuno evidenziare che lo stato di fatto non è diverso da quello accertato dal comando di polizia di Grumolo all'epoca della convenzione con Camisano con verbale di ispezione del 16/04/2009... ragion per cui stupisce... che in presenza del medesimo stato dei luoghi l'odierno accertatore giunga a conclusioni diametralmente opposte». Desio & Robè quindi chiede l'annullamento delle sanzioni. Contestualmente Stefano Grolla, avvocato della srl spiega che: «L'azienda è radicata nel territorio da più di trent'anni; è altresì in regola con tutte le autorizzazioni amministrative e attualmente non ha contenziosi pendenti con il comune di Grumolo». Lo stesso Grolla poi rilancia un addebito preciso nei confronti di chi ha criticato la società : «Per converso la mia assistita ha denunciato penalmente il signor Cogo per il reato di cui all'articolo 612 bis del codice penale» comunemente conosciuto come stalking «in quanto da tempo la proprietà nonché i dipendenti dell'azienda sono perseguitati dallo stesso e si sentono danneggiati dal suo comportamento tenuto nei loro confronti. Siamo fiduciosi nell'operato della magistratura».
Il garbuglio amministrativo. Ma tant'è, la questione diventa spinosa. C'è uno strano documento redatto con carta intestata del consorzio dei vigili urbani di Torri, Grumolo, Quinto e Grisignano che riporta il protocollo 4678 e la data del primo giugno del 2011. L'oggetto del documento è il seguente: ordinanza archiviazione del verbale 04/2011 RC del 4 marzo 2011. Sembrerebbe che sia un documento che promana dal comando intercomunale dei vigili. E invece lo firma proprio il sindaco di Grumolo Flavio Scaranto il quale asserisce che «dal verbale non risulta completamente provato ed evidente l'elemento oggettivo del negozio contrattuale concluso mediante l'utilizzo di detta area di vendita... ritenuto quindi di potere accogliere le giustificazioni e le motivazioni sviluppate dal ricorrente... si dispone l'archiviazione del verbale...». Una decisione clamorosa nella quale il primo cittadino di Grumolo de facto sconfessa radicalmente l'operato dei vigili urbani. E a questo si aggiunge una curiosità . L'ordinanza di archiviazione viene girata per conoscenza all'avvocato Gianluca Ghirigatto, che è pure assessore all'urbanistica in quota Pd a Torri di Quartesolo. Il legale peraltro ha tutelato la srl pisana nell'ambito di una causa parallela intentata da Cogo contro il comune grumolese davanti al Tar Veneto e poi vinta dallo stesso Cogo.
Il rebus: le carte in regione e la notizia di reato. Cogo comunque va avanti nella sua battaglia. Il 30 giugno 2011 indirizza un esposto in regione (protocollo 317448/60.01.02 data, 4 luglio 2011) ravvisando addirittura la possibilità che in capo al suo confinante Desio & Robé, col quale è in corso un contenzioso parallelo per una questione di servitù di passaggio, sussistano incongruità di natura urbanistica e annonaria mai accuratamente vagliate nonostante le ripetute segnalazioni «ai competenti uffici» del comune di Grumolo. Uno spettro che se si materializzasse in toto potrebbe addirittura portare all'annullamento delle autorizzazioni annonarie e alla conseguente chiusura dell'esercizio; poiché, sempre in ipotesi ovviamente, verrebbero meno i permessi ottenuti oltre un ventennio fa.
Ad ogni modo passa qualche tempo e dagli uffici municipali di Grumolo finisce agli atti un documento «delicatissimo» a firma del sindaco Scaranto. Documento che porta la data del 26 gennaio 2012 al protocollo 748. La missiva è indirizzata, tra gli altri, alla provincia di Vicenza e alla procura di Vicenza. Nella stessa, una sorta di controdeduzione a presumibili rilievi mossi a membri dell'amministrazione grumolese, si cita una notizia di reato (78/2011/PG) per la quale è pubblico ministero «competente» Barbara De Munari. Sebbene sia regolarmente protocollata, la lettera non spiega chi sia effettivamente finito sotto i riflettori della giustizia penale. Interpellato da VicenzaPiù Scaranto ha preferito non approfondire la questione. Frattanto, secondo le minoranze, questa situazione avrebbe alzato all'inverosimile la temperatura in seno all'esecutivo locale.
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