Eia Eia baccalà
Sabato 8 Maggio 2010 alle 02:23 | 0 commenti
Mi ha raccontato un uccellino che il 28 aprile, giorno in cui il Giornale di Vicenza ha pubblicato il necrologio di Mussolini, "Duce degli Italiani", nella classe Terza di una Scuola Media di Vicenza la professoressa di Lettere si è precipitata in classe sventolando il giornale ed invitando gli alunni a partecipare alla Messa di suffragio per la sua anima (in questo caso nera, senza ombra di dubbio).
Alcuni giorni prima, sempre la stessa si era raccomandata affinché la sera i ragazzi guardassero un servizio sulle foibe in programmazione sul TG1 (tra parentesi, nota fonte di obiettività giornalistica).
Naturalmente potrei fare nome e cognome, ma naturalmente non lo faccio, prima di tutto perché l'ho promesso alla madre dello studente che me l'ha raccontato, per evitargli rappresaglie (dove l'ho già sentita questa parola ...?), ma soprattutto perché, naturalmente, la suddetta professoressa smentirebbe subito - va di moda, nella Seconda Repubblica - e probabilmente verrei anche denunciato per calunnia.
Mi permetto dunque solo un commento. Parafrasando Don Abbondio, l'intelligenza, se uno non ce l'ha, non se la può dare. E va bene così. Ma anche il camerata insegnante doveva sapere che, a scuola, è obbligatorio rispettare, per lo meno, la libertà di coscienza degli studenti, quella politica e perfino quella religiosa, per cui mai e poi li si possono invitare ad intervenire ad un rito religioso, fosse anche una puja buddhista o una celebrazione voodoo. A priori. Già , ma qui casca l'asino: perché io ho parlato di "libertà di coscienza", ma sto parlando di un fascista. Contraddizione in termini. Scusate, come non detto.
N.d.r. Eia eia baccalà , lo slogan dissacrante usato da Jacovitti per commentare l'Italia che si trovò a vivere, riassume al meglio il contenuto del suo libro
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