Economia vicentina, i risultati dell'analisi congiunturale del 2° trimestre 2014
Mercoledi 6 Agosto 2014 alle 16:44 | 0 commenti
Camera di Commercio di Vicenza - La Camera di Commercio ha diffuso oggi i risultati dell’analisi congiunturale dell’economia vicentina nel 2° trimestre 2014 che non confermano la limitata ripresa produttiva del 1° trimestre; i dati più significativi riguardano le variazioni destagionalizzate della produzione e del fatturato rispetto al 1° trimestre: la produzione è diminuita –0,1% e il fatturato è invariato.
Segnali moderatamente positivi giungono tuttavia dalle serie degli ordini: sia quelli del mercato domestico sia quelli provenienti dall’estero sono leggermente cresciuti rispetto al 1° trimestre. Anche il numero di imprese annotate nel Registro delle Imprese torna a crescere: nel 2° trimestre 2014 il saldo tra iscrizioni e cessazioni è il più elevato degli ultimi tre anni.
Pur restando su livelli elevati, nel 2° trimestre 2014 le ore autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) sono diminuite: da 4,5 milioni di ore nel 1° trimestre a 3,4 milioni di ore nel 2° trimestre        (-24,9%). Le ore complessive di CIG nei primi sei mesi del 2014 sono state 8 milioni, contro 10,7 milioni nello stesso periodo del 2013 (-25,4%). Tale forte diminuzione è dovuta alla riduzione delle ore autorizzate sia della componente straordinaria (CIGS) sia di quella «in deroga»: nel 2° trimestre sono diminuite rispettivamente da 2,8 milioni a 2,2 milione (-23,1%) e da 940 mila a 450 mila ore (-51,8%). Le ore autorizzate di CIGO sono invece risultate invariate attorno a 800 mila ore. Va rilevato che le ore di CIGS fanno riferimento a periodi già trascorsi a causa dei ritardi nei decreti ministeriali di autorizzazione e quindi l’analisi congiunturale risulta difficile. La diminuzione delle richieste e dell’utilizzo alla CIG «in deroga» conferma la tendenza già iniziata nel secondo semestre del 2013 anche se sul ricorso a questo strumento possono aver influito anche le difficoltà di finanziamento.
Le aperture di nuove crisi aziendali[1] sono diminuite nel periodo aprile-giugno rispetto al periodo gennaio-marzo: nel 2° trimestre sono state 74 con 1.009 lavoratori coinvolti, valori più contenuti rispetto al 1° trimestre (85 aperture di crisi con 1.529 lavoratori coinvolti, rispettivamente –12,9% e -34%). Complessivamente nel 1° semestre 2014 le aperture di crisi aziendale hanno riguardato 159 imprese contro 155 del 1° semestre 2013 (+2,6%).
Nel 2° trimestre 2014 il saldo tra iscrizioni e cancellazioni al Registro delle Imprese è positivo ed è il più elevato da tre anni: +535; escludendo le 61 «cancellazione d’ufficio»[2] il saldo cresce ulteriormente arrivando a +596 (è stato di –691 del 1° trimestre, con una sola «cancellazioni d’ufficio»). Il saldo è positivo soprattutto nel commercio, nell’agricoltura e nei servizi. Nei primi sei mesi del 2014 il saldo è di –95 (-33 se si escludono le «cancellazioni d’ufficio») rispetto a –954 nel periodo gennaio-giugno 2013 (-468 se si escludono le «cancellazioni d’ufficio»).
Le aperture delle procedure concorsuali nel 2° trimestre 2014 sono aumentate rispetto al 1° trimestre: 79 nel 2° trimestre, contro 57 nel 1° trimestre (+38,6%). Nei primi sei mesi del 2013 l’apertura di procedure concorsuali ha riguardato 136 aziende (151 aziende nel periodo gennaio-giugno 2013,          -9,9%). Nell’ambito di queste procedure i fallimenti sono 65 nel 2° trimestre 2014, 46 nel 1° trimestre 2014.
Con il limite di rappresentare una parte limitata degli strumenti di pagamento, nel 2° trimestre 2014 l’ammontare del monte protesti non indica modifiche sostanziali nella capacità delle imprese e delle famiglie di far fronte alle loro obbligazioni: l’ammontare protestato nel 2° trimestre è stato di 3,4 milioni di euro in linea con il dato del 1° trimestre (la variazione è +0,6%); è invece leggermente diminuito il numero di effetti protestati (da 1.465 a 1.431, -2,3%). L’ammontare complessivamente protestato nei primi sei mesi del 2014 è stato di 6,8 milioni di euro, in netta diminuzione rispetto ai 14 milioni di euro nei primi sei mesi del 2013 (-52,1%).
Al 31 maggio 2014 lo stock di prestiti bancari alle imprese è stato di 17,5 miliardi in linea con il dato di fine dicembre (+0,2%), va tuttavia segnalato che l’inversione di tendenza di inizio anno non è stata confermata: ai piccoli aumenti degli stock di prestiti del primo trimestre sono seguite nuove riduzioni. Allargando l’orizzonte temporale si nota che nel periodo tra maggio 2013 e maggio 2014 l’ammontare di prestiti al settore produttivo è diminuito del 5,5%: il tema del difficile accesso al credito per le imprese vicentine resta ancora attuale.
Nella provincia di Vicenza le immatricolazioni di veicoli sono leggermente aumentate: nel 2° trimestre le nuove immatricolazioni sono state 5.549 contro 5.122 immatricolazioni nel 1° trimestre       (+8,3%). Nel primo semestre 2014 le immatricolazioni sono state 9.810, contro 9.313 immatricolazioni nello stesso periodo del 2013 (+5,3%) a conferma di una piccola ripresa degli acquisti di beni durevoli.
Nel secondo trimestre 2014 il settore manifatturiero non ha confermato la debole ripresa produttiva del 1° trimestre (le varie congiunturali sono state: -0,1% nel 2° trimestre contro +2,1% nel 1° trimestre), e anche l’invarianza del fatturato conferma la situazione di sostanziale stagnazione. Segnali moderatamente positivi sono registrati invece dalla serie degli ordini sul mercato domestico che, su base congiunturale, ha registrato il quinto trimestre di aumento consecutivo anche se l’intensità è molto contenuta. Anche gli ordini provenienti dall’estero sono aumentati: le variazioni rispetto al trimestre precedente, opportunamente destagionalizzate, sono state rispettivamente +0,7% e +1,8%. A giugno è continuata la lenta diminuzione di addetti occupati nell’industria: rispetto a fine marzo la variazione è stata di -0,6%. Nonostante l’aumento degli ordini acquisiti e la situazione politica relativamente più stabile l’accentuato rallentamento della crescita nei Paesi emergenti e in via di sviluppo, il rischio deflazione nelle economie più sviluppate, il mancato varo delle riforme unitamente all’insorgenza di nuovi scenari di guerra hanno portano gli imprenditori a modificare in senso più pessimistico le previsioni sull’andamento economico nei prossimi mesi: la quota di imprenditori che prevede aumenti di produzione nel breve periodo scende dal 30% di marzo al 19,9% di giugno. Rispetto al 2° trimestre del 2013 la produzione è aumentata dell’1,9% ma, nonostante il confronto sia effettuato con un periodo di debolezza dell’economia provinciale, il settore dei materiali da costruzione e il sistema moda hanno registrato andamenti negativi. A fine giugno i giorni di produzione assicurati dagli ordinativi già raccolti sono 46, in aumento rispetto alla rilevazione precedente (a fine marzo i giorni di produzione assicurata erano 42).
[1] La «crisi aziendale» è una procedura prevista dalla L. n. 223/1991 formalizzata attraverso una comunicazione dell’azienda alle rappresentanze sindacali, all’Inps e alla Commissione provinciale del lavoro.
[2] Le «cancellazioni d’ufficio» dell’archivio del Registro delle Imprese riguardano quelle imprese che, pur ancora registrate, hanno perduto i requisiti di iscrizione.
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