Eccidio di Schio, Movimento Italia Sociale: "Senza la Verità, il perdono lo lasciamo al Vescovo Pizziol"
Giovedi 6 Luglio 2017 alle 12:31 | 0 commenti
In occasione della ricorrenza dell'Eccidio di Schio Gian Luca Deghenghi del Movimento Italia Sociale Vicenza scrive: "I soccorritori quando giunsero trovarono il sangue che colava sulla scala, sul cortile e arrivava fino sulla strada." Questa la relazione dei primi accorsi a mattanza avvenuta. "Mai prima d' ora il buon nome dell' Italia è caduto tanto in basso nella mia stima". Queste le parole di sdegno del Generale Dunlop, governatore militare alleato nel Veneto. Nove settimane, da tanto era finita la guerra. Un massacro, quello di Schio, vigliacco, ingiustificabile, inumano. Ai prodi partigiani, onorificenze e medaglie. Alle vittime, al massimo commiserazione, pietà , ma giustizia mai.
In fondo, erano fascisti. In fondo, l' orrendo massacro perpetrato dai partigiani a fine conflitto altro non fu che una forma di giustizia. Sommaria, ma pur sempre giustizia. Questa la sentenza della storia, quella con la s minuscola, quella volgare dei vincitori. Ebbene, noi, che dalla Storia ricaviamo un messaggio diverso, dove le vittime inermi di Schio ed i loro carnefici non hanno la stessa dignità , il perdono lo lasciamo a Dio. E questo metro, sia chiaro, vale per ogni caso, per le stragi ingiustificate dell' una e dell' altra parte. Massimo rispetto per la sensibilità dei parenti delle vittime e della comunità scledense che annualmente si riunisce (tutta?) il 7 luglio per commemorarle; rispetto anche per le parole e la missione del Vescovo Pizziol, che invoca la pacificazione; ma rifiuto totale ed ostinato di ogni compromesso sulla verità e sul diritto, anche per noi, di reclamarla e pretenderla.
Commemoreremo l'Eccidio, domenica prossima, come ogni anno, contro tutto e contro tutti, contro la logica di chi, da una parte e dall' altra, vorrebbe seppellire il passato senza emendare la menzogna.
A Schio si chiuderanno i balconi al nostro passaggio, quasi fossimo degli sgraditi disturbatori; non importa, percorreremo quei cento metri verso la porta delle Carceri sicuri che le vittime ci aspettano per rispondere al nostro saluto. E così, ne siamo certi, faranno per tutti coloro che si presenteranno al loro cospetto spogliati di ipocrisia e dubbio.
Di fronte ai richiami del Vescovo Pizziol e di tanti altri dovremmo, dunque, rassegnarci, farcene una ragione? Non ne siamo capaci. Anzi, non dobbiamo. Come spiegarlo, senza usare la parola "odio"? Ci affidiamo, ancora, alle parole di Dunlop: "Confido che il rimorso per questo turpe delitto li tormenterà in eterno e che in giorni migliori Schio ricorderà con vergogna e orrore questa spaventosa notte."
Se sbagliamo, possano i Martiri perdonarci.
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