Due passaggi con Stefano Giacomelli
Mercoledi 17 Ottobre 2012 alle 09:37 | 0 commenti
Se Giovinco è la formica atomica, Stefano è il nostro peso piuma perugino: appena 60 kg ma due piedi potenti in zona gol, corrono, inventano, finalizzano. Peccato che succeda spesso in amichevoli e poco in campionato, dove è abbonato a entrare a partita iniziata. Lui resta sereno: “Il mio momento arriverà â€
Giacomelli, anche col Padova sei rimasto in panchina. Eppure in settimana ti dai da fare. Come mai?
Io cerco di dare il meglio di me stesso. Poi magari c’è la settimana in cui sto bene, quella dove sto meno bene , comunque penso ad allenarmi al massimo. L’importante è stare in forma e farsi trovare pronti.
Come nella gara d’esordio con lo Spezia, sei entrato al 57’ e hai segnato dopo neanche dieci minuti
Proprio così, un sogno che si avvera. Non è mai piacevole entrare dalla panchina perchè non hai vissuto in prima persona i minuti precedenti, i compagni hanno delle aspettative ma per quanto ti scaldi il ritmo della partita può sorprenderti. Quella volta è andata bene, il cross di Gavazzi era invitante e ho addirittura segnato di testa: insomma, non sono un gigante...
C’è una regola non scritta per cui se l’attaccante segna si guadagna la maglia della prossima partita.  Tu però col Cesena non sei nemmeno sceso in campo.
Non c’è problema. Rispetto molto le scelte di Breda che mi ha detto di non avere fretta, perché il mio momento arriverà . In quella vittoria per 3-1 ha giocato Minesso, e guardate domenica col Padova: è stata la volta di Danti.
Anche i gol in amichevole non bastano insomma, tu ne fai sempre almeno 5/6 al colpo, e di buona fattura
Grazie. Ho la propensione al gol, me la sento dentro, come sapete è molto importante per un attaccante e io ci prendo gusto: chiudo le azioni, a volte mi riesce la giocata personale. Comunque ripeto, è più importante la squadra, il nostro punto di forza è il gruppo,  poi viene il singolo
Il Vicenza da due turni non fa punti. C’è stata una flessione culminata in due sconfitte dure da digerire, diverse da quelle subite a la Spezia o nel derby col Verona. Dal tuo punto di vista cosa non va?
Non ho tutte le risposte, per me dipende dalla foga di sbloccare la partita, questione di testa:  abbiamo voglia di non farci mettere sotto e questo condiziona il nostro atteggiamento in campo. Poi succede il contrario, siamo noi ad essere infilati per pri©mi e solo a quel punto paradossalmente ci liberiamo dalle ansie, ritroviamo la strada da seguire. Ecco si deve lavorare per avere serenità e cattiveria dall’inizio, senza andare allo sbaraglio, consapevoli che prima o poi attaccando a testa bassa, il gol arriva. Ad esempio, nell’ultima vittoria (Grosseto) ero smanioso di ribaltare lo 0-1, sono scivolato due volte, avevo i tacchetti a 6. Capitan (Pisano) mi disse: “Stefano stai calmo che poi l’uomo lo salti. La 'mia' rimonta è nata lì, di gol ne abbiamo fatti due e abbiamo vintoâ€.
Una cosa positiva, ti sentiamo consapevole e ben inserito nel gruppo: cosa rappresenta Vicenza per un giovane umbro di 22 anni?
Un altro punto di partenza: avevo giocato bene col Foligno, poi due mezze stagioni poco brillanti a Pescara e a Terni. Per me questa è un’annata molto importante, devo sicuramente imparare tante cose dal calcio, devo migliorare, lo so e voglio prendere il massimo dagli allenamenti. Poi ogni occasione è un’opportunità per sprigionare questa voglia, lo sa la squadra, lo sa il mister
Nel gradino Primavera sei stato uno degli emergenti, una volta sei arrivato quinto marcatore dietro a un certo Balotelli, oggi su cosa stai lavorando?
Su tutto, anche se penso di essere forte nell’uno contro uno. E ultimamente mi alleno sui colpi di testa, sembra strano ma a La Spezia è andata bene, è una sfida che ho accettato dal mister per arrivare ad essere un giocatore più completo possibile, e da altri colleghi che ha allenato sono arrivati frutti
Cosa chiede da te Breda tatticamente nel 3-5-2
Io devo dare profondità alla squadra, attaccare gli spazi, creare occasioni da gol. In questo modulo mi trovo bene perché ci serve a rimanere compatti, appena si guadagna palla si riparte con diversi uomini. Io mi sento una seconda punta ma all’occorrenza posso fare la prima. Però ci tengo a precisare, non è questione di minutaggio, quando il mister vorrà scegliermi troverà la porta aperta.
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