Due Italie
Domenica 1 Aprile 2012 alle 16:07 | non commentabile
di Roberto Ciambetti
Ci sono due Italia: la prima è quella raccontata dai grandi media nazionali, in specie le televisioni, e quella che affiora dalle testate locali. Si tratta di due mondi diversi, giacché uno, quello che esalta il governo Monti con rarissime voci critiche - e tra queste lucidissima quella di Piero Ostellino - sembra non vedere l'altra: viene dato più spazio a Monti che si perde i complimenti di Obama (non dimentichiamo che il principale sponsor del Presidente Usa è Goldman Sachs) che alla protesta degli operai del Sulcis a Roma, gli stessi operai che avevano, anche qui nel silenzio dei media, contestato duramente Giorgio Napolitano in occasione della sua visita a Cagliari quando, ufficialmente per motivi di sicurezza, non venne fatto eseguire al Coro e Orchestra del teatro cagliaritano l'Inno di Mameli.
L'Italia della periferia e della Provincia è quella che soffre e che non ha bisogno di Passera per dire che siamo in piena recessione: è l'Italia degli imprenditori che si suicidano, dei cittadini che si danno fuoco davanti l'Agenzia delle Entrate.
Da quando è andato al governo il senatore a vita Mario Monti i dati parlano in maniera drammatica: tra gennaio e febbraio la vendita di auto è crollata del 17.8% e il tonfo per i veicoli commerciali è ancora ben maggiore, - 28%; a gennaio la richiesta mutui è crollata del 44%, l'inflazione a febbraio rispetto all'anno prima è salita del 3.3%, la bolletta energetica è cresciuta del 15.6% rispetto al 2011, i consumi petroliferi sono diminuiti del 8.3%, la produzione industriale è diminuita del 2.1%, gli ordinativi dell'industria a gennaio rispetto all'anno prima sono scesi del 5.6%.
Nemmeno l'Ocse pensa che per rimettere in moto l'economia italiana basti azzerare lo stato sociale e riformare il lavoro dopo aver posto pesantissime ipoteche sulle pensioni. il vicesegretario dell'Ocse, Pier Carlo Padoan spiega, testualmente "E' vero che nei Paesi dove la corruzione è diffusa si hanno minore crescita e minore occupazione. Effetti negativi che sono più sentiti laddove c'è anche poca libertà di concorrenza, barriere all'ingresso e posizioni consolidate di monopolio e di gruppi di interesse". Secondo l'Eurispes, l'economia sommersa in Italia vale 540 miliardi di euro e chissà quanto ruota attorno all'economia illegale, che sembra controllare intere regioni, ma è anche vero, come nota l'Ocse, che i grandi gruppi di interesse e chi detiene posizioni di monopolio in Italia non sono stati sfiorati da Mr Monti. L'Italia bastonata non va in prima pagina, come è sempre capitato in questo paese, dove chi sta in trincea muore, ma le medaglie (e le prebende) le prendono i generalissimi alla Badoglio.